La stella massiccia Rho Ophiuchi A (è quella al centro) vista con Xmm-Newton. Crediti: Esa/Xmm-Newton; I. Pillitteri (Inaf–Osservatorio astronomico di Palermo)

Lo studio dell’emissione di raggi X dalle stelle offre molte diagnostiche di fenomeni stellari ad alta energia. Nelle stelle massive, raggi X “soffici” (con energia generalmente minore di 1keV, corrispondente a temperature minori di 10 milioni di gradi) sono emessi in shock nei venti stellari. Emissione più energetica (raggi X “duri”) è dovuta a collisioni tra venti emessi da stelle massive in sistemi binari o da shock particolarmente energetici in stelle massive con campi magnetici intensi. Nelle stelle di piccola massa (meno massive delle stelle di classe spettrale F), invece, l’emissione di raggi X proviene, come nel Sole, dalla corona stellare (l’atmosfera esterna con plasma ad alcuni milioni di gradi, sostenuta e riscaldata dal campo magnetico generato dalle dinamo stellare) e da attività come i brillamenti stellari.

Tra queste due classi di stelle si inseriscono le stelle di classe spettrale B, A ed F, che non hanno venti con velocità così alte da produrre shock abbastanza energetici da emettere raggi X e la cui struttura interna non permette la produzione di campo magnetico. La dinamo è infatti efficace in stelle internamente divise in una regione convettiva e una radiativa, mentre queste stelle sono completamente radiative al loro interno.

Emissione di flare X da Rho Ophiuchi A. Crediti: Esa/Xmm-Newton; I. Pillitteri (Inaf–Osservatorio astronomico di Palermo)

Esistono però poche interessanti eccezioni. Una di queste è la stella Rho Ophiuchi A, una stella di classe spettrale B2 in un sistema binario con un altra stella B2, separate fra loro di circa trecento volte la distanza fra la Terra e il Sole. Già in uno studio pubblicato nel 2017 dall’astronomo dell’Inaf di Palermo Ignazio Pillitteri, basato su osservazioni con il telescopio spaziale Xmm-Newton dell’Esa, erano presentate prove di emissione ai raggi X da una regione magneticamente attiva della stella. In un nuovo articolo dello stesso autore pubblicato qualche giorno fa su Astronomy & Astrophysics, questa volta su dati raccolti dal Very Large Telescope dell’Eso, in Cile, l’intensità del campo magnetico in questa regione attiva è stata misurata usando lo spettroscopio Fors2, ottenendo un valore di 490±80 gauss. Questi due studi costituiscono il primo caso di emissione X osservata da una regione attiva in una stella di questa classe spettrale, e la prima misurazione mai effettuata del campo magnetico in tale regione.

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