Le sette terre e la stella nana – INAF TV

Anticipata su tutte le testate del mondo, abilmente solleticate dalla Nasa. Opportunamente ricondotta alle giuste dimensioni da Paolo Attivissimo. Diffusa sui social violando l’embargo, con la scusa che tanto l’ha già fatto qualcun altro… Insomma, la conoscete già tutti, l’unica che ancora sembra non saperlo – sarà questione di minuti – è Wikipedia, la notizia è che attorno alla stella Trappist-1, a nemmeno 40 anni luce da noi, orbitano sette pianeti piccoli e tiepidi grosso modo quanto la nostra Terra. Non uno, non due, non tre… bensì sette. Come i sette nani. Ma la nana in questo caso sarebbe Biancaneve, la stellina al centro, che però è rossa e fioca. Così debole e piccina che per scaldarsi un po’ i sette pianeti le devono stare vicini vicini: pensate che la maggior parte dei sette piccoli mondi viaggia entro un’orbita minore di quello di Mercurio. Una configurazione che consente loro di ricevere una quantità d’energia paragonabile a quella che inonda i pianeti interni del nostro Sistema solare
Ma cosa sappiamo, di questo nuovo sistema planetario? Anzitutto occorre dire che, a parte gli scherzi, il risultato riportato oggi su Nature è davvero da record: mai erano stati scoperti in un unico sistema planetario così tanti pianeti dalle dimensioni terrestri e mai così tanti in grado di ospitare acqua allo stato liquido. In particolare, i tre nuovi mondi identificati dalle lettere ‘e’, ‘f’ e ‘g’ sono i più promettenti: sono i tre in fascia d’abitabilità, e hanno molte, se non tutte, le carte in regola per ospitare oceani d’acqua allo stato liquido. L’acqua liquida, a dire il vero, potrebbe essere su tutt’e sette, ma i tre più vicini alla stella – dunque i mondi ‘b’, ‘c’ e ‘d’ – rischiano d’essere un po’ troppo caldi, mentre del più remoto ‘h’ non si conosce l’orbita a sufficienza per fare ipotesi sulla sua temperatura. In ogni caso, con la possibile eccezione di quest’ultimo, tutt’e sette i pianeti sono quasi certamente mondi rocciosi.
Affinità con la Terra a parte, l’aspetto forse più ghiotto però è un altro: tutt’e sette i nuovi mondi sono stati individuati con il metodo dei transiti. Ciò significa che sarà possibile, e già c’è chi ci si sta provando, osservarne e caratterizzarne le eventuali atmosfere. Insomma, il prossimo annuncio potrebbe rivelarci se, oltre ad avere le giuste dimensioni e la giusta temperatura, ce n’è anche uno davvero in grado d’ospitare la vita.

Servizio di Marco Malaspina. Per saperne di più: https://goo.gl/6d0FbD

Leggi su Nature l’articolo “Seven temperate terrestrial planets around the nearby ultracool dwarf star TRAPPIST-1” di Michaël Gillon, Amaury H. M. J. Triaud, Brice-Olivier Demory et al.: https://goo.gl/SMw90k


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