Ilario Mauro Berto
U.B.A.
Unione Astrofili Biellesi
Un grande problema, da sempre legati ai tempi, è la divisione fra la cultura umanistica-filosofica e la cultura scientifica tali che esse sembrano che non abbiano punti in comune . Con le prossime mie riflessioni affronterò questo problema cercando dei punti di unione e in questa operazione avrò l’aiuto di un filosofo che ha saputo coniugare questo processo: Giordano Bruno.
Al centro della riflessione bruniana vi è la nozione di infinito, analizzato sia sul piano cosmologico che su quello ontologico.
A livello cosmologico, Bruno critica il geocentrismo e nega le teorie aristoteliche di un cosmo composto da sfere cristalline concentriche, come si legge in un celebre passo della Cena de le Ceneri.
Ma il concetto d’infinito da dove deriva?
Il rapporto dell’uomo con l’infinito, ha attraversato in maniera trasversale tutta la storia della filosofia occidentale, sin dalle sue origini.
Il termine stesso termine di infinito ha una vasta gamma di significati e applicazioni, essendo stato impiegato, fin dall’antichità sia nel linguaggio comune, che quello filosofico-teologico, come pure in quello matematico e poetico e tutto ciò avvalora la tesi iniziale ossia la estrema commistione fra scienza e filosofia.