«L’astronomia era one man show. Corrado la faceva tutta da solo, nello studio che si era ricavato nella ristrutturazione della vecchia casa sulla riva del lago di Como. Riceveva (per posta) i pezzi, li leggeva, correggeva e poi rivedeva le bozze». Patrizia Caraveo ricorda Corrado Lamberti, astrofisico, divulgatore, direttore di riviste e amico, morto oggi all’età di 72 anni.

Il numero del settembre 1983 della rivista l’astronomia, dedicato a Geminga Il numero del settembre 1983 della rivista l’astronomia, dedicato a Geminga

Conoscevo Corrado Lamberti da una vita. Almeno da quando, nel 1983, era venuto a trovarci in ufficio per chiedere a Nanni Bignami e a me di scrivere un pezzo per la sua rivista l’astronomia con la storia e le scoperte di Cos-B, il primo satellite di astronomia gamma dell’Esa. Cos-B aveva finito gloriosamente la sua vita orbitale dopo avere scoperto l’esistenza di due dozzine di sorgenti gamma per la maggior parte senza identificazione.

Poi è stato naturale continuare la narrazione raccontando la storia di Geminga che, proprio in quegli anni, stava andando verso l’identificazione grazie ai dati dello Einstein Observatory e poi alle osservazioni ottiche. Nanni ed io stavamo contribuendo alla nascita dell’astronomia multilunghezza d’onda, ma allora non ce ne rendevamo ancora conto.  A Geminga venne dedicata un’altra copertina.

Corrado era interessato a Geminga e, più in generale, all’astronomia gamma perché si era laureato a Milano nel gruppo di Occhialini, dove raggi cosmici e raggi gamma erano di casa.

Solo in seguito avrei capito che Corrado era un sognatore capace di realizzare i suoi sogni. Aveva lasciato la fisica per svolgere con impegno (anche sociale) la professione di insegnante in un istituto tecnico ma era riuscito a convincere Margherita Hack a supportarlo nello sforzo di fondare una rivista di astronomia divulgativa.  Corrado aveva molti punti in comune con Margherita: entrambi laici e innamorati dell’astronomia oltre che profondamente di sinistra, si intendevano perfettamente. Così era nata l’astronomia, che è stata così importante per risvegliare l’interesse di una generazione di giovani astronomi.

L’astronomia era one man show. Corrado la faceva tutta da solo, nello studio che si era ricavato nella ristrutturazione dell vecchia casa sulla riva del lago di Como. Riceveva (per posta) i pezzi, li leggeva, correggeva e poi rivedeva le bozze. Un lavoro titanico e certosino, anche perché veniva fatto a mano, i word processor erano di là da venire.

Non ci siamo mai frequentati assiduamente, ma andare a trovare Corrado era diventata una consuetudine estiva. Ricordo con grande piacere i pomeriggi passati a chiacchierare sulla sua barca, dove Corrado ci raccontava delle sue prodezze di pescatore di agoni, il pesce tradizione del lago di Como. Poi, si finiva con un risotto con i pesciolini del lago.

Uomo di principi, voleva fare una rivista impeccabile ma, soprattutto, seria e mal sopportava le intromissioni commerciali dell’editore. La situazione precipitò e Corrado chiuse con l’astronomia e fondò Le Stelle, sempre con il supporto a distanza di Margherita. Forse, però, era il mondo editoriale a evolvere in un modo che non gli piaceva e dopo un po’ decise di lasciare anche Le Stelle e concentrarsi a scrivere libri e fare conferenze, oltre a continuare a insegnare, anche dopo la pensione, in modo volontario.

Senza il tramite della rivista, ci eravamo persi di vista, ma continuavamo un rapporto di amicizia a distanza. Spesso quando gli chiedevano suggerimenti di nomi di possibili conferenzieri, Corrado suggeriva il mio nome e io ricevevo mail del tipo “le scrivo su suggerimento del prof Lamberti…”.

Corrado teneva anche molto al rapporto amicale con Nanni, al quale chiese di scrivere la prefazione del libro Viva Margherita, l’ultimo omaggio alla sua grande maestra. Ne aveva raccolto il testimone, ma l’ha tenuto per troppo poco. Addio, Corrado.

Navigazione articolo

Source: Addio, Corrado | MEDIA INAF