Chang’e-5, la Cina si porta a casa un pezzo di Luna

L’ha lasciata cadere da 5000 km di altitudine. Attorno alle 19 ora italiana del 16 dicembre 2020 la capsula contenente circa 2 kg di Luna è atterrata fra le nevi nel distretto di Siziwang, una vasta regione della Mongolia interna, dov’era notte fonda, decretando il successo della missione Chang’e-5 e facendo salire la Cina sul podio dei paesi che sono stati capaci di portare campioni di suolo lunare sulla Terra, a 44 anni di distanza dall’ultima missione ad averlo fatto, Luna 24 dell’ex Unione Sovietica

Fotogramma tratto dalla diretta di Cgtn Tv circa mezz’ora dopo il ritrovamento della capsula. Crediti: Cgtn

È andato tutto come previsto: la capsula di rientro della missione Chang’e-5 dell’agenzia spaziale cinese (Cnsa), con a bordo le rocce lunari prelevate da Mons Rümker – una regione nell’Oceano delle Tempeste (Oceanus Procellarum) – è atterrata con successo in piena notte a Siziwang Banner, nella Mongolia interna, quando in Italia erano circa le 19. Le prime immagini del ritrovamento della capsula stanno giungendo in questi istanti, quando in Italia sono le sette e mezza di sera.

Chang’e 5 è stata lanciata il 23 novembre scorso dal centro di Wenchang, sull’isola di Hainan, a bordo di un razzo vettore Lunga Marcia 5, con l’obiettivo di prelevare 2 kg di rocce lunari da Mons Rümker, un‘area che si trova non molto lontano da dove Chang’e 3 è atterrata nel 2013. Il 29 novembre, l’orbiter e il modulo lunare – quest’ultimo costituito da un lander e da un modulo di ascesa – si erano separati. Mentre il primo veicolo restava in orbita, il secondo iniziva la sua discesa verso la Luna,toccando il suolo il primo dicembre.

Una descrizione dei componenti della sonda dell’agenzia spaziale cinese Chang’e-5. Crediti: Info Shymkent

Dopo due giorni terrestri sulla superficie lunare, durante i quali il trapano e il braccio escavatore del lander hanno prelevato campioni, e dopo aver piantato la bandiera rossa a cinque stelle della Repubblica Popolare cinese, il 3 dicembre il solo veicolo di ascesa, nel quale nel frattempo erano stati trasferiti i campioni raccolti, ha iniziato la risalita per ricongiungersi con l’orbiter, una manovra avvenuta il 5 dicembre – il primo rendezvous in automatico nell’orbita lunare. A questo punto i campioni sono stati trasferiti dal veicolo di ascesa all’Orbiter, che ha iniziato le manovre di correzione della traiettoria per dirigersi verso la Terra. In tutto sono state eseguite tre manovre di correzione, l’ultima delle quali è avvenuta oggi, alle 02:15 ora italiana, come si legge nel tweet di Andrew Jones, giornalista di SpaceNews che sta seguendo tutti i lanci del programma spaziale cinese.

L’orbiter si è separato dalla capsula contenente il carico lunare a circa 5000 km di altitudine, lasciandola cadere per il rientro. L’atterraggio, come anticipato, è avvenuto attorno alle 19 ora italiana, lì dove era stato previsto, nel distretto di Siziwang, una vasta regione della Mongolia interna. L’Agenzia spaziale europea ha dato supporto alla Cina nelle fasi finali della missione, coordinando la localizzazione telemetrica della capsula con l’agenzia spaziale nazionale cinese. Il ritrovamento è avvenuto in meno di mezz’ora. In questo tweet della China Global Television Network (Cgtn), un video che mostra il sito di atterraggio.

Dopo quelli delle precedenti missioni sorelle e del lancio riuscito di Tianwen-1, per l’agenzia spaziale cinese si tratta di un altro successo: dopo 44 anni dal rientro degli ultimi campioni lunari – quelli appunto della missione Luna 24 dell’ex Unione Sovietica – e dopo gli Stati Uniti con il programma Apollo, la Cina diventa la terza nazione a riportare campioni a Terra, portando a circa 384 i chilogrammi di rocce e polvere lunari recuperati nella storia dell’esplorazione spaziale. Una volta messa in sicurezza, la capsula verrà trasportata e consegnata a un laboratorio di Pechino per le analisi.

Leggi l’articolo originale su MEDIA INAF.

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