Due sentinelle per il meteo spaziale

La Nasa contribuirà a due nuove missioni per il monitoraggio dello space weather, l’insieme di processi che nascono dall’interazione dell’ambiente spaziale con il nostro pianeta. Saranno due preziosi alleati per comprendere le connessioni tra il Sole, lo spazio e la Terra

Euvst (Extreme UltraViolet high-throughput Spectroscopic Telescope epsilon mission) ed Ezie (Electrojet Zeeman Imaging Explorer) sono i nomi delle due missioni per lo studio dell’ambiente spaziale per le quali di recente la Nasa ha approvato il proprio contributo.

Lo scudo protettivo della Terra, la magnetosfera, la protegge da alcuni degli effetti del vento solare. Studiare l’interazione tra questo vento e la magnetosfera è cruciale per comprendere quello che viene denominato space weather. Crediti: ESA

La prima delle due a entrare in azione – con lancio previsto per il 2024 – sarà Ezie, che studierà le correnti elettriche nell’atmosfera terrestre, fornendo preziose informazioni sul legame tra le aurore polari e il campo magnetico della Terra. Sarà un trio di cubesat – satelliti cubici in miniatura frutto dei più recenti sviluppi tecnologici – dedicati allo studio degli electrojet aurorali, delle correnti elettriche site tra i cento e i centocinquanta chilometri di altitudine che sono legate all’interazione tra le particelle cariche provenienti dal Sole e la magnetosfera terrestre.

Per quanto riguarda Euvst, invece, si tratta di un telescopio solare a guida giapponese e con vari contributi internazionali che studierà le modalità con cui l’atmosfera solare rilascia il vento solare e innesca eruzioni di materiale verso lo spazio interplanetario e le loro caratteristiche fisiche. Tali venti, flussi di particelle cariche che si distaccano dal Sole, sono infatti uno fra i principali veicoli con cui la nostra stella influenza l’ambiente spaziale nel quale orbitano i pianeti. La missione Euvst, il cui lancio è previsto per il 2026, li studierà attraverso dettagliatissime analisi spettroscopiche dell’atmosfera solare all’ultravioletto.
Fra gli obiettivi scientifici di Euvst è stato aggiunto anche lo studio delle eruzioni di materiale verso lo spazio interplanetario.

«Le missioni Euvst ed Ezie appena approvate dalla Nasa hanno obiettivi scientifici molto diversi», spiega a Media Inaf Alessandro Bemporad, fisico solare all’Inaf di Torino, «che riguardano più in generale lo studio del  Sole e delle sue interazioni con la Terra. Più in dettaglio, la missione Euvst (precedentemente denominata Solar-C) nasce da una collaborazione tra le agenzie spaziali americana (Nasa) e giapponese (Jaxa), con una partecipazione anche europea (Esa e le agenzie spaziali di Germania, Inghilterra, Francia, Italia, Svizzera). Questa missione osserverà l’emissione spettroscopica della cromosfera e della corona solare a risoluzioni spaziali, spettrali e cadenze temporali mai raggiunte prima, permettendo di investigare più a fondo il problema fondamentale del riscaldamento della corona solare e altri problemi ancora irrisolti. A questa missione partecipa anche l’Italia – con l’Inaf, l’Università di Padova e il Cnr».

«Con queste nuove missioni», dice Peg Luce, il direttore della divisione di eliofisica della Nasa a Washington, «stiamo espandendo le nostre possibilità di studiare il Sole, lo spazio e la Terra come un sistema interconnesso».

Oltre al puro interesse scientifico, questo tipo di analisi è cruciale nell’era delle telecomunicazioni in cui viviamo, in quanto i satelliti, strumenti fondamentali in quasi ogni aspetto delle nostre vite, possono essere influenzati dalle variazioni dell’ambiente spaziale. Monitorare e comprendere tali variazioni e quindi i comportamenti della nostra stella sono perciò oggi vere e proprie necessità.

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