Il cielo del mese: marzo 2019 e l’equinozio di primavera – Edu INAF


Il cielo del mese: marzo 2019 e l’equinozio di primavera

Equinozi e solstizi

L’evento astronomico più importante del mese è indubbiamente l’equinozio di primavera. Gli equinozi, due all’anno, sono i giorni durante i quali i raggi del Sole giungono sulla Terra perpendicolarmente rispetto al suo asse di rotazione. In questa occasione la durata delle ore diurne e di quelle notturne è identica.
Tradizionalmente l’equinozio di marzo è indicato anche come punto dell’Ariete o punto γ (gamma), poiché la forma di questa lettera greca ricorda la testa di un ariete. Tale denominazione, così come quella dell’equinozio di autunno, detto anche punto della Bilancia o (Omega), è di origine astrologica, ma non è più valida a causa del fenomeno della precessione degli equinozi.
Il Sole, infatti, nel suo moto apparente nel cielo, durante questo mese si trova ad attraversare la costellazione dei Pesci, mentre a settembre attraverserà quella della Vergine.Inoltre con il termine di precessione degli equinozi si intende lo spostamento dell’asse di rotazione terrestre rispetto alle stelle fisse.
Tale moto, simile allo spostamento dell’asse di una trottola durante i suoi giri vorticosi, è dovuto a due fattori: da un lato la forma della Terra, che non è perfettamente sferica , dall’altro l’azione gravitazionale di Luna e Sole. Questo comporta per l’asse terrestre una sorta di rotazione che viene completata in un arco di tempo di circa 25.765 anni e che ha come conseguenza un lento cambiamento della posizione delle stelle sulla sfera celeste, in particolare la posizione dei poli: a metà del giro, infatti, il polo nord celeste coinciderà con Vega e non più con l’attuale Polaris.
Dopo questa introduzione sull’equinozio e la precessione dell’asse terrestre, andiamo a vedere quali sono le costellazioni protagoniste del mese di marzo (il testo che segue è tratto da it.wiki):

Le costellazioni di marzo

Uno scorcio del cielo di marzo realizzato con Stellarium

La Via Lattea invernale si sposta sempre più verso occidente, lasciando il posto ad un’area con bassa densità di stelle. Orione e Cane Maggiore sono sempre più basse sull’orizzonte, sostituite a sud dalla costellazione del Leone, la cui presenza indica l’arrivo prossimo della primavera, e dall’Idra, quest’ultima tanto grande quanto poco appariscente.
Rasente l’orizzonte meridionale, si intravedono alcune stelle appartenenti alla costellazione australe delle Vele, una volta parte della grande costellazione della Nave Argo.
Ad est, sono evidenti due stelle luminose: una, dal colore rosso arancio vivo, è Arturo, nella costellazione del Boote; più a sud, Spica, la stella più brillante della Vergine, costellazione in cui è possibile osservare un grandissimo numero di galassie in virtù della presenza entro i suoi confini dell’omonimo ammasso galattico. Queste due stelle, insieme con Denebola (β Leonis), costituiscono l’asterismo del Triangolo di Primavera.
A nord, il Grande Carro si mostra a pochi gradi dallo zenit, disposto “capovolto” alle latitudini italiane; sempre osservabili, basse sull’orizzonte nord, le due figure di Cefeo e Cassiopea.
Verso ovest, domina ancora la figura di Orione e dei Gemelli, la stella Sirio e la costellazione del Toro.
Osservando il cielo oltre le prime ore della notte, sarà visibile a nord-est la brillante stella Vega, che sarà dominante nei prossimi mesi estivi e inizio-autunnali.

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Gli astronomi l’hanno ribattezzata “il fantasma di Giove” per la sua vaga somiglianza con il maggiore pianeta del nostro Sistema solare, ma in realtà NGC 3242 è una nebulosa planetaria distante oltre mille anni luce da noi. Per individuarla nel cielo serale di marzo, in direzione della costellazione dell’Idra, verso sud, ci vuole un discreto telescopio.
NGC 3242 è lo stadio finale dell’evoluzione di una stella di massa simile a quella del Sole, che ha perso il suo strato più esterno di gas, ora in rapida espansione nello spazio. Al centro di questa bolla rimane esposto il suo nucleo caldo e brillante, una nana bianca, destinato nel tempo a raffreddarsi e perdere completamente la sua luminosità.

Diamo ora uno sguardo a quello che potremo vedere la sera, nel cielo di marzo:, verso sud, è possibile individuare le costellazioni del Leone, del Cancro, del Cratere e dell’Idra. Più in basso, il Cane Minore, l’Unicorno, il Cane Maggiore.
Verso ovest spiccano le costellazioni dei Gemelli, come già ricordato, dell’Auriga, del Toro e Orione, sempre più basse.
Verso nord le costellazioni del Drago, Cefeo, Cassiopea, Giraffa e Orsa Maggiore ruotano attorno alla stella polare.
Infine ad est salgono progressivamente le costellazioni di Ercole, Boote e della Vergine.

Per quanto riguarda i pianeti, Mercurio è praticamente inosservabile per la sua vicinanza apparente al Sole, con il quale sarà in congiunzione il 15. Si può provare a scorgerlo negli ultimi giorni del mese, molto basso sull’orizzonte orientale tra le luci dell’alba.
Sempre verso est dalla seconda parte della notte fino al sorgere del Sole, sorgono e sfilano a formare uno splendido terzetto celeste Giove, Saturno e Venere. Quest’ultimo con il passare dei giorni si avvicina progressivamente al Sole, riducendo così il suo intervallo di visibilità.
Segnaliamo due interessanti congiunzioni della Luna, che sarà piena il 21: nella notte tra il 26 e il 27 il nostro satellite naturale sarà prossimo a Giove, mentre nelle prime ore del 29 si troverà in prossimità di Saturno, in direzione sud est.
Concludiamo ricordando che il 20 marzo si verificherà l’equinozio di primavera. In questo giorno la durata del dì e della notte saranno uguali.
A cura di Marco Galliani – Media Inaf – INAF TV

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