Ad accompagnarci nei cieli autunnali e invernali c’è una stella davvero particolare: omicron Ceti. L’astro si trova nella costellazione della Balena (in latino Cetus), che è ben visibile nei cieli serali verso sud. Omicron Ceti non è però in questi giorni facile da osservare: per individuarla ci vuole un buon binocolo o un piccolo telescopio. Ma con un po’ di pazienza, con il passare dei mesi, la sua luminosità aumenterà, fino a renderla facilmente visibile anche ad occhio nudo. Omicron ceti, ribattezzata dall’astronomo Hevelius “Mira”,parola latina che significa meravigliosa per il suo singolare comportamento, è infatti una stella variabile: la sua luminosità ha un intervallo di oscillazione di ben 8 magnitudini e il suo periodo è di circa 332 giorni. Distante otre quattrocento anni luce da noi, Omicron ceti è una stella simile al Sole, ma molto più evoluta. Sta infatti attraversando la fase di gigante rossa, con una bassa temperatura superficiale di appena, si fa per dire, 2000 kelvin, e che vede ritmicamente espandere e contrarre il suo raggio tra 400 e 300 volte quello del Sole. Da qui la sua periodica variazione di luminosità, che raggiungerà il suo nuovo massimo nel marzo del 2016. Mira è in realtà una stella doppia: la sua compagna, un’altra stella variabile, probabilmente una nana bianca dotata di un disco di accrescimento, è stata scoperta dal telescopio spaziale Hubble una ventina d’anni fa. Ma le sorprese di questa stella non finiscono qui: alcuni anni fa le osservazioni nell’ultravioletto dell’osservatorio spaziale Galex hanno rivelato che Mira Ceti possiede coda che si estende per ben 13 anni luce, formata da gas stellare perso dalla stella nel suo moto.
Lasciamo ora la stella Mira e diamo uno sguardo al cielo che potremo ammirare, nuvole permettendo, nelle notti di novembre.
Verso est, si stagliano le costellazioni del Toro e dell’Auriga, più in basso Orione e i Gemelli, mentre cominciano a sorgere il Cancro e il Cane Maggiore con la brillante stella Sirio.
Verso sud, come dicevamo, è visibile la Balena e l’Eridano.
Spostandoci verso Ovest troviamo Andromeda, il Pegaso e le costellazioni dei Pesci e dell’Acquario. Nelle prime ore della sera abbiamo le ultime occasioni per osservare fugacemente le costellazioni che hanno dominato il cielo estivo e che stanno ormai definitivamente scomparendo sotto l’orizzonte: L’aquila, la Lira e il Cigno.
Verso nord infine, ruotano intorno all’orsa minore e alla sua stella polare le costellazioni del Drago, Cefeo, Cassiopea, Giraffa, Lince e Orsa Maggiore.
Per quanto riguarda i pianeti, Mercurio a novembre sarà praticamente impossibile da osservare se non nei primi giorni del mese, quando sorge ancora qualche manciata di minuti prima del Sole, verso est. Il 17 sarà in congiunzione con il Sole.
Venere è invece ben visibile al mattino, alcune ore prima dell’alba, alto sull’orizzonte verso Sud-Est.
Anche Marte possiede in questo mese condizioni di osservabilità simili a Venere, con cui si troverà in stretta congiunzione il 3 novembre.
Giove completa il terzetto celeste nei cieli mattutini di novembre e rispetto a Venere e Marte è il pianeta più alto sull’orizzonte, verso Est – Sud-Est.
Saturno invece è sempre più difficile da osservare: a inizio mese è molto basso sull’orizzonte occidentale, tramontando sempre più a ridosso del Sole, col quale sarà in congiunzione il 29 novembre.
Ricordiamo poi alcune interessanti congiunzioni che si verificheranno questo mese: quella molto stretta di Marte con Venere, in primo mattino del 3 novembre verso est.
Il 6 e il 7, sempre ad est e al mattino, prima dell’alba poi ci sarà uno spettacolare poker celeste: una sottile falce di Luna si avvicina ai tre pianeti che caratterizzano il cielo, ossia Venere, Marte e Giove.
Concludiamo come sempre con la Luna, che sarà nuova l’11 e piena il 25.
A cura di Marco Galliani – Media INAF