Marte a Torino

Utilizzando una replica del rover Rosalind Franklin, i tecnici della missione ExoMars stanno simulando, nei locali del Rover Operations Control Center di Torino, tutte le attività previste durante il viaggio verso Marte e nei primi giorni sul suolo del Pianeta rosso. Nelle scorse settimane sono state provate tutte le fasi in programma fino alla discesa sul terreno

Il modello di test del rover di ExoMars nei locali di Thales Alenia Space a Torino. Crediti: Thales Alenia Space

Mentre i carichi di prova vengono lanciati da altezze stratosferiche per sincerarsi che i paracadute si aprano senza problemi e siano in grado di recapitare il prezioso carico senza danni sul suolo marziano, l’Esa procede in parallelo anche con le prove a terra del rover Rosalind. Prove attualmente in corso qui in Italia, usando una replica del vero Rosalind, al Rover Operations Control Centre di Torino.

La fasi sottoposte a collaudo sono numerose: non riguardano solo il movimento di Rosalind sul Pianeta rosso, ma partono da molto prima. Il rover, prima di entrare in azione, risiede infatti su una piattaforma di superficie – il lander Kazachok – che a sua volta è incapsulato nel modulo di discesa, e quest’ultimo avrà viaggiato verso Marte nel modulo di trasporto. Insomma, una sorta di matrioska. Durante la fase crociera, i tecnici della missione verificheranno circa ogni tre mesi lo stato di salute del rover e della sua batteria. Una volta approdato in sicurezza sulla superficie di Marte, prima che il rover Rosalind possa scendere dalla piattaforma e mettersi in marcia devono essere superate alcune operazioni critiche. Operazioni che porteranno via una decina di giorni – o più propriamente di sol, come vengono chiamati i giorni marziani, la cui durata è di 24 ore e 37 minuti.

Le prove della fase di crociera si sono svolte a inizio novembre, quindi procedendo in ordine cronologico sono state passate al vaglio le operazioni dei primi giorni di missione. Prima fra tutte l’apertura dei pannelli solari, indispensabile per fornire energia al rover. Il programma di test prevede anche, per questa fase, la raccolta di immagini del primo colpo d’occhio, così da poter avere una valutazione preliminare dei dintorni del sito di atterraggio. Immagini che aiuteranno a individuare potenziali pericoli di cui tenere conto prima di lasciare la piattaforma, e a decidere quale delle due rampe disponibili è più sicuro usare per la discesa. L’albero maestro – il mast, una sorta di palo portastrumenti – verrà innalzato il terzo sol, consentendo così lo scatto di una fotografia panoramica dall’alto. Le telecamere del rover si troveranno a quel punto a circa tre metri dal livello del suolodue metri grazie al mast e un metro ulteriore dovuto all’altezza della piattaforma Kazachok – fornendo così un punto di osservazione ideale per una valutazione completa dei dintorni. A partire dal quarto sol, le ruote del rover entreranno in posizione di lavoro. Il “cordone ombelicale” che collega il rover alla piattaforma per l’alimentazione e le comunicazioni verrà staccato entro l’ottavo giorno. Il nono giorno verranno attivate le ruote e il decimo giorno, infine, il rover Rosalind Franklin scenderà da una delle due rampe della piattaforma e toccherà per la prima volta il suolo marziano.

Un’altra fotografia del modello di test del rover di ExoMars nei locali di Thales Alenia Space a Torino. Crediti: Thales Alenia Space

«È stata una prova estremamente importante per acquisire sicurezza sulla procedura di uscita, che prevede un complesso insieme di sequenze, e ci ha permesso di prepararci in vista del prossimo – emozionante – test, quando faremo pratica guidando la replica del rover al di fuori dalla replica della piattaforma di superficie, nel Mars Terrain Simulator», dice Luc Joudrier, responsabile delle operazioni del rover ExoMars dell’Esa. «Abbiamo anche dimostrato che potevamo operare in conformità alle restrizioni Covid-19, conducendo una settimana di attività rispettando le misure di distanziamento sociale previste nella sala di controllo».

Queste simulazioni verranno ora ripetute più volte, concentrandosi sulle diverse attività in programma per il rover. Una volta su Marte, il modello di test a terra continuerà a venire utilizzato, soprattutto per convalidare – prima di attuarle sul rover vero e proprio – attività complesse e comandi non di routine che dovessero eventualmente rendersi necessari.

Attualmente il calendario della missione prevede una finestra di lancio nel mese di settembre 2022, con arrivo su Marte nel giugno 2023. Il suo obiettivo è ricostruire la storia geologica del sito di atterraggio, Oxia Planum, un tempo probabile sede di un antico oceano, e capire se mai abbia presentato condizioni tali da poter ospitare forme di vita. Il rover Rosalind Franklin è dotato di un trapano – il primo mai usato nell’esplorazione del Pianeta rosso in grado di estrarre campioni fino a un massimo di due metri di profondità, dove potrebbero ancora trovarsi biomarcatori di un lontano passato, protetti dalle intense radiazioni presenti in superficie. Il rover è dotato di un sofisticato laboratorio per analizzare in situ campioni di suolo. Fra gli strumenti di analisi ce n’è anche uno integrato all’interno del trapano, Ma_Miss, che ha come principal investigator Maria Cristina De Sanctis dell’Istituto nazionale di astrofisica: è uno spettrometro miniaturizzato “made in Italy”, realizzato dalla Leonardo Spa, con il finanziamento e coordinamento dell’Asi e la supervisione scientifica dell’Inaf.

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