Cinquant’anni fa, il 14 gennaio 1966, moriva Sergej Pavlovič Korolëv (Сергей Павлович Королёв), ingegnere e progettista di razzi, artefice dei primi successi spaziali sovietici. Era nato a Žytomyr, oggi in Ucraina, il 30 dicembre 1906 (il 12 gennaio 1907, nell’attuale calendario gregoriano, allora non ancora adottato in Russia). Nel 1933 lanciò il primo razzo sovietico a propellente liquido. Nel 1938 venne arrestato con false accuse e condannato a 10 anni di reclusione in campi di lavoro. Ne subì poco più di sei – prima di essere completamente riabilitato – ma, dal secondo anno, gli venne consentito di occuparsi di missilistica, anche se sempre in un istituto penitenziario, insieme ad altri ingegneri ricercatori reclusi. Successivamente si occupò del programma spaziale sovietico, conseguendo i successi noti: il primo satellite artificiale della Terra (“L’Unione Sovietica è diventata la zona costiera dell’universo”, disse), il primo volo di un astronauta, le prime sonde spaziali sulla Luna e su Venere. Morì per complicanze legate a un intervento chirurgico, mentre si occupava del gigantesco razzo N1 per una missione lunare, mai realizzato. Fino al momento della morte il nome e la figura di Korolëv furono coperte dal più stretto riserbo: firmava i suoi lavori come “K. Sergeev”. Dopo il successo del primo satellite, lo Sputnik 1, la commissione per l’assegnazione del premio Nobel chiese di conoscerne il nome, ma l’URSS rifiutò. Solo dopo la sua morte il suo lavoro è stato reso noto e solo nel 1994 è comparsa la prima biografia, senza censure, di Yaroslav Golovanov, giornalista e storico russo, seguita nel 2002 da quella scritta dalla figlia di Korolëv, Natalya. Le ceneri di Korolëv sono custodite nel muro del Cremlino. Oggi il suo nome è stato dato, oltre a una città della Russia, a un cratere sulla faccia nascosta della Luna, a un cratere di Marte e a un asteroide, 1855 Korolev (1969 TU1).
Sorgente: NOVA NEWSLETTER AAS 939 14012016 – SERGEJ PAVLOVIČ KOROLËV (1907-1966)