Occhio alla vista se volate nello spazio – INAF TV

Anche la vista può risentire delle lunghe permanenze nello spazio. Lo dimostrano i diversi studi finanziati dalla NASA e da altre agenzie e guidati dai gruppi di ricercatori esperti in oftamologia. Ormai è più che provato che le conseguenze fisiologiche e i disagi più seri che riscontrano gli astronauti dopo anche solo due settimane di missione sulla Stazione spaziale internazionale sono legati ai problemi al sistema visivo, oltre ai diversi effetti negativi su ossa, tessuto muscolare e sistema immunitario.Recenti studi hanno esaminato nello specifico i cambiamenti e lo stress che subiscono gli occhi in condizioni di microgravità orbitale riscontrando il rapido invecchiamento dell’occhio. I voli nello spazio, infatti, sottopongono la vista degli astronauti a radiazioni violente, ipotermia, ipossia e variazioni di gravità, responsabili del danno tissutale. L’astronauta Christian Otto è l’attuale responsabile delle ricerche oculari in corso sulla Stazione spaziale, ma non si è limitato agli esperimenti in orbita. Prima di partire per lo spazio ha effettuato dei test per studiare gli effetti della privazione di ossigeno sulla pressione intracranica, e per farlo è salito fin sul Monte Everest con una macchina a ultrasuoni.
L’obiettivo delle ricerche è trovare possibili rimedi anche non invasivi una volta tornati a terra, come diete particolari o medicine da assumere in volo, in alternativa a interventi laser e chirurgici.

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