PLUTONE IN UN MINUTO CON IL DR. BRIAN MAY, CHITARRISTA DEI QUEEN

Noi abbiamo due occhi, e vediamo in 3D il mondo circostante. Invece le telecamere hanno un solo obiettivo. C’è un modo molto semplice per superare questa limitazione? E fotografare in stereoscopia? In 3D?  Ce lo spiega nientemeno che il Dr. Brian May, già chitarrista dei Queen, che ha ottenuto un dottorato in astrofisica e ora collabora con il team di ricerca.
immagini stereoscopiche di Plutone – Credits Nasa
Se si tiene una penna fuori di fronte a voi e alternativamente chiudete l’occhio destro e sinistro, vedrete la penna sembra muoversi rispetto a tutto ciò che è dietro di essa. La penna ovviamente non è in movimento, il nostro occhio sta solo vedendo due punti di vista diversi. Così, quando si ha una macchina fotografica come LORRI su New Horizons (la sonda che ha “sfiorato Plutone”), è come se si avesse un solo occhio: non si riesce ad avere il senso della profondità.
Ma noi ci siamo evoluti con due occhi, e un miracolo accade ogni singolo secondo della vostra vita. È possibile cioè ottenere due immagini distinte del mondo che raggiungono il cervello provenienti dai due occhi diversi e il nostro cervello li mette insieme permettendoci di comprendere il mondo tridimensionale che è attorno a noi.
Ma nonostante le limitazioni della telecamera sulla sonda New Horizon è stato comunque possibile visionare l’immagine reale stereoscopica di Plutone, con dettagli inimmaginabili.

La stereoscopia (raramente detta anche stereofotografia o stereografia) è una tecnicache permette la visione di due immagini, disegni, fotografie e filmati, scattate da due punti di vista diversi in modo da  trasmettere una illusione di tridimensionalità, analoga a quella generata dalla visione binoculare del sistema visivo umano. È stata inventata nel 1832 da sir Charles Wheatstone utilizzando coppie di disegni e poi dalla neonata fotografia. Nell’immagine seguente vediamo uno stereoscopio ottocentesco.

“Sì, la stereoscopia è magia” – afferma il dr Brian May – “una magia che accade ogni momento della vita e allora perché non utilizzarla in fotografia?”.

La speaker chiede poi al Dr. May cosa ci sarà imparare dalle immagini stereoscopiche di Plutone.
Risponde l’astrofisico che “le immagini stereoscopiche sono divertenti, sono molto reali e ti fanno sentire come se fossi lì, ma danno anche un sacco di informazioni, perché si possono rappresentare le altezze  e l’intera forma delle catene montuose, è possibile stabilire la profondità dei crateri e i solchi o qualsiasi altro oggetto sulla superficie”.
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