Quando una stella muore l’universo se ne accorgerà. E per mostrare quanta verità ci sia nel pluripremiato singolo di Giorgia, l’astrofisico Philipp Mösta della Berkeley University ha scatenato la furia dei 130mila processori di Blue Waters, uno fra i super computer più potenti al mondo, con lo scopo di ricreare al rallentatore, per studiarli in dettaglio, i 10 millisecondi più drammatici d’un’ipernova, ovvero del collasso gravitazionale d’una stella di grande massa in una magnetar,, una stella di neutroni il cui campo magnetico raggiunge un’intensità di milioni di miliardi di volte superiore a quello solare
Il risultato è la straordinaria animazione che state vedendo. Dove i colori rappresentano, appunto, l’intensità del campo magnetico che viene a formarsi nell’istante della catastrofe, quando in meno d’un secondo il cuore della stella morente collassa da un diametro di circa 3000 km ad appena una dozzina, una palla ultracompatta e con una velocità di rotazione di colpo vorticosa, una sorta di superdinamo stellare in grado di focalizzare e accelerare il gas dell’onda d’urto innescata dal collasso, producendo così due getti opposti e altamente collimati, fasci ad altissima energia noti come gamma-ray burst e secondi, per violenza, solo al big bang.
Servizio di Marco Malaspina
Per saperne di più, leggi su Media INAF l’articolo “Turbolenze, ipernovae e lampi gamma” (http://goo.gl/Q1UtZT)