Le orbite di avvicinamento compiute nel corso dell’ultimo anno da Tgo. Crediti: Esa

La grande frenata è terminata martedì 20 febbraio alle 18:20 ora italiana. Dopo quasi un anno di progressiva decelerazione: diciassette millimetri al secondo quadrato. Per darvi un’idea: se un’auto che viaggia a 50 km all’ora avesse una frenata così leggera, per fermarsi allo stop il pilota dovrebbe iniziare a schiacciare il pedale circa 6 km prima. E per arrestarsi completamente il veicolo impiegherebbe grosso modo un quarto d’ora. Niente rispetto ai quasi 12 mesi che sono stati necessari al Trace Gas Orbiter (Tgo) di ExoMars per raggiungere, martedì scorso, la velocità orbitale prevista. È infatti dal marzo del 2017 che, tramite la tecnica dellaerobraking (ovvero, sfruttando il debole attrito dell’atmosfera), l’orbiter marziano dell’Agenzia spaziale europea (Esa) sta progressivamente rallentando e stringendo il “cerchio” attorno al Pianeta rosso.

Cerchio per modo di dire: un anno fa Tgo percorreva un’orbita talmente ellittica da toccare i 98mila km di distanza dalla superficie del pianeta nel punto più lontano e solo 200 km in quello più vicino. Distanze che poco alla volta hanno preso a contrarsi, arrivando a sorvoli ad appena 103 km, rendendo l’orbita sempre più circolare, fino alla configurazione attuale: 1050 km nel punto più distante, 200 km in quello più vicino.

«L’aerobraking ha avuto effetto solo perché, in ogni orbita, abbiamo trascorso una buona parte del tempo nell’atmosfera, e questo si è ripetuto per oltre 950 volte», spiega il direttore delle operazioni di volo dell’Esa Michel Denis. «Impiegando più di un anno, siamo riusciti a ridurre la velocità del veicolo spaziale di ben 3600 km/h, abbassando la sua orbita della quantità necessaria».

Frenata giunta a buon fine, dicevamo, ma la manovra non è ancora del tutto terminata. Nel corso del prossimo mese il team di controllo guiderà il Tgo attraverso una serie di aggiustamenti di rifinitura dell’orbita, uno ogni pochi giorni, imprimendo correzioni tramite i propulsori fino a giungere – attorno a metà aprile – il tragitto orbitale definitivo: di forma circolare, due ore di durata e a circa 400 km di altitudine.

Già da metà marzo, però, potranno avere inizio le verifiche degli strumenti scientifici di bordo, due dei quali a forte partecipazione italiana, con una serie di osservazioni preliminari di calibrazione e convalida. L’avvio delle osservazioni scientifiche vere e proprie è in calendario per il 21 aprile.


Guarda il servizio di MediaInaf Tv, con un’intervista a Gabriele Cremonese dell’Inaf di Padova, co-principal investigator di Cassis, uno dei quattro strumenti a bordo di ExoMars: