Di Redazione Coelum Astronomia
Con dicembre torna anche la stagione in cui il cielo offre la sua parte più suggestiva, tutta centrata sulla grande figura di Orione già visibile nelle prime ore di buio verso sudest, preceduto da Toro, Eridano e Balena. In questo periodo si hanno le nottate più lunghe dell’anno, non ancora le più fredde, ma pungenti quanto basta a rendere difficili le condizioni di lavoro degli osservatori che vogliono sfruttare a fondo le molte ore di buio a disposizione. È questo il momento di tentare le lunghe pose centrate sul Polo Celeste per registrare la rotazione apparente della volta stellata: nelle notti prossime al solstizio si potranno infatti raggiungere le 12 ore di esposizione.
Quando “l’Occhio del Toro” Aldebaran, l’ammasso delle Iadi, raggiungerà il meridiano, a ponente staranno già scendendo lentamente le costellazioni dell’Acquario, del Pegaso, del Cigno, con la brillante Deneb, e i Pesci, con l’ancora brillantissimo Marte, che qualche mese fa dominavano lo zenit, ora occupato dal Perseo e dall’Auriga, in cui dimora la fulgida Capella.
Più in basso, a sudest rispetto al Toro riconosceremo il dolce fluire delle acque stellari dell’Eridano.
Verso est, circondato da altri “animali” e personaggi mitologici, salirà invece un aggressivo Leone.
Più tardi, nel corso della notte, sorgerà anche il Boote, con la brillante Arturo, mentre staranno già scendendo verso l’orizzonte occidentale la Balena, i Pesci e Andromeda.
LE COSTELLAZIONI
CIELO A EST
Guardando la volta stellata alle ore 22:00 circa, durante l’ultimo mese dell’anno, volgendo il nostro sguardo in alto nell’emisfero orientale, potremo vedere quasi allo zenit, la bella Capella, stella alfa della costellazione dell’Auriga, mentre subito al di sotto di essa, alla sua destra (verso sud), troveremo la gigante rossa Aldebaran della costellazione del Toro con, a poca distanza, le belle Pleiadi.
Alla sua sinistra (verso nord) troveremo invece le inconfondibili stelle “gemelle” Castore e Polluce, le due stelle principali nella costellazione dei Gemelli. Per gli antichi Greci, questa coppia di fratelli è costituita da un gemello immortale e l’altro mortale: alla morte del secondo, il primo invocò Zeus per poter condividere l’immortalità con il fratello defunto. Zeus benevolo acconsentì, ponendo entrambi i fratelli in cielo, abbracciati per l’eternità.
Per gli uomini del XXI secolo Castore e Polluce sono due soli dai colori contrastanti. Osservandoli con attenzione, infatti, potremo notarne la differenza di colore: Polluce (il fratello immortale) ci appare come una stella gigante di colore arancio (è la stella Beta della costellazione), posta a circa 34 anni luce dalla Terra, la sua massa è pari a due volte quella del nostro Sole, risultando otto volte più grande e 43 volte più luminosa. La sua età è di un miliardo di anni.
Castore (Alfa Geminorum) al contrario è una calda e luminosa stella bianco-azzurra, con il doppio della massa del nostro Sole, due volte più grande e 33 volte più luminosa. È situata a 50 anni luce dalla Terra. Si tratta di una stella ben più giovane di Polluce: appena 200 milioni di anni di età. Curiosamente – anche se non si tratta di un caso unico – nonostante la maggior luminosità di Polluce, è proprio Castore ad essere la stella principale (la Alfa) della costellazione.
Da qui, se ci lanciamo a distanze maggiori, tra le miriadi di stelle che si proiettano nei Gemelli, possiamo trovare un bellissimo ammasso aperto dove coesistono le calde e luminose stelle bianco- azzurre con le fredde giganti. Siamo a 2.800 anni luce dalla Terra, al cospetto dell’ammasso stellare aperto M 35:
In questo brulichio di stelle, sono i colori a darci indicazione dell’età relativa degli astri che osserviamo. Per lo più vediamo una grande distesa di giovani soli azzurri, ma alcuni altri astri sono invece già senescenti, caratterizzati dal loro colore virato verso l’arancio: sono soli giganti, l’ultimo stadio di vita delle stelle.
CIELO A SUD
Torniamo con i piedi a terra a osservare la volta celeste. Verso sudest, in basso, troviamo l’Unicorno o Monoceros, una regione caratterizzata da deboli stelle. Proprio sotto i Gemelli, che abbiamo appena visitato da vicino, vediamo sorgere le deboli stelle del Cancro e, spostandosi verso sud, troviamo la bella e luminosa Procione del piccolo Cane Minore. Successivamente non potremo non notare la brillantissima Sirio, nel Cane Maggiore e, sopra, il gigante Orione, con la sua inconfondibile sagoma formata di stelle brillanti, con la piccola Lepre in basso.
Proprio al meridiano (a sud) si trova il lungo e debole serpeggiare delle stelle di Eridano, e più in basso, le costellazioni australi della Fornace e dello Scultore (verso ovest), e sopra di questa, la Balena.
CIELO A NORD
Verso nord, il Dragone si attorciglia tra le due Orse, continuando a girare nella notte intorno alla Polare. Sotto il Dragone, ruotano intorno a Polaris anche Cefeo e Cassiopea, e poco più a ovest, la Lucertola.
A nordest domina timidamente la Lince, una linea zigzagante di flebili stelle, con la Giraffa, in alto alla sua sinistra, e l’Orsa Maggiore in basso che ha ormai iniziato la sua ascesa sull’orizzonte.
CIELO A OVEST
Il cielo della regione occidentale è ancora dominata dalle costellazioni del mito di Andromeda, quindi il Cefeo, Cassiopea, Perseo, Andromeda e il grande cavallo alato Pegaso. Sono le stelle che abbiamo imparato a conoscere nei mesi appena trascorsi e che ora stanno declinando verso il tramonto.
Nei pressi del meridiano, riconosciamo i Pesci e la Balena. Le costellazioni tipicamente estive del Cigno e della Lira, con le loro belle stelle Deneb e Vega, insieme con la Lucertola, scompaiono ormai all’orizzonte.
COSA OFFRE IL CIELO
IL SOLE
All’inizio di dicembre, il Sole si troverà nella costellazione zodiacale dell’Ofiuco e passerà in quella del Sagittario il giorno 18. Sempre più bassa e immersa nella foschia, la nostra stella raggiungerà in questo periodo, più precisamente il giorno 21 dicembre alle 11:03 CET, la minima altezza sull’orizzonte al momento del passaggio in meridiano (+24,6°). Sarà questo il giorno del Solstizio invernale (dal latino “solstitium”, che significa “Sole immobile”, stazionario, per il fatto che la sua apparente caduta in altezza sembra progressivamente arrestarsi). Da questo momento in poi avrà inizio nel nostro emisfero l’inverno astronomico.
Il giorno del Solstizio invernale è ovviamente anche quello con meno ore di luce di tutto l’anno: per l’Italia la durata della notte (dal tramonto all’alba) varia secondo la latitudine da 15h 38m (+48°) a 14h 28m (+38°), mentre la durata della notte astronomica (l’intervallo di tempo in cui il Sole si trova al di sotto dell’orizzonte di almeno 18°) varierà in maniera quasi inapprezzabile fra le 11:18 e le 11:30 ore; i valori massimi si avranno proprio nella seconda metà del mese, quando le osservazioni potranno iniziare già alle 18-18:30 e protrarsi fino alle 6-6:30.
Il Solstizio non cade sempre e solo il 21-22 dicembre, ma può verificarsi, sia pure molto raramente, anche il 20 e il 23. L’ultima volta in cui si verificò il giorno 23 accadde nel 1903, la prossima sarà nel 2303; nel 1697 avvenne il 20 dicembre, e la cosa si ripeterà soltanto nel 2080.
I PIANETI
Di seguito vengono fornite alcune indicazioni sulle condizioni di osservabilità dei pianeti per il mese di ottobre 2020. Gli orari sono espressi in TMEC, cioè all’ora indicata dai nostri orologi.
MERCURIO
Mag. da –0,8 a –1,3; diam. da 4,9″ a 4,6″
Osservabile con difficoltà all’alba nella prima metà del mese
In Bilancia fino al 3, poi in Scorpione fino a 6, dal 7 al 16 in Ofiuco, e infine in Sagittario.
Dopo lo spettacolo che Mercurio ci ha offerto in novembre, purtroppo dicembre si rivelerà essere ben più deludente per ciò che riguarda l’osservazione del piccolo e sfuggente pianeta. Potremo contare di osservarlo ancora la mattina prima dell’alba, ma probabilmente solo nella prima metà di dicembre, quando la levata di Mercurio dall’orizzonte orientale precederà il sorgere del Sole di circa 50 minuti (a inizio dicembre), lasciandoci la possibilità di scorgere l’elusivo pianeta nel chiarore dell’alba.
Lo ritroveremo fino al 3 in Bilancia, poi un rapido passaggio in Scorpione fino al 6, per poi passare in Ofiuco dove rimarrà fino al 18, e infine entrerà in Sagittario.
Il 5 sarà al Nodo discendente, mente il 16 la sua orbita arriverà all’Afelio (0.4667 UA)
Con il passare dei giorni, l’anticipo sulla levata del Sole si ridurrà in modo consistente, al punto che già a metà mese non sarà possibile individuare il pianeta, diretto verso la congiunzione eliaca superiore del giorno 20 dicembre.
In questo momento non sarà in nessun modo possibile osservare Mercurio e dovremo attendere che la separazione angolare dal Sole si faccia sufficiente per poterlo ritrovare, questa volta la sera al tramonto, solo negli ultimissimi giorni di dicembre, quando il pianeta roccioso tramonterà 21 minuti dopo il Sole a fine dicembre. L’appuntamento però è sicuramente rimandato a gennaio del nuovo anno.
VENERE
Mag. da –3,9; diam. da 11,7″ a 10,7″ fase da 89% a 94%
Osservabile al mattino
in Bilancia fino al 17, in Scorpione fino al 21, poi in Ofiuco
Continua il declino di Venere durante il mese di dicembre: con il passare dei giorni, cercandolo alla stessa ora del mattino, lo vedremo sempre più basso sull’orizzonte, con il cielo che invece si fa via via più chiaro.
A inizio mese Venere sorgerà alle ore 5:16, lasciandoci circa 2:27 ore per osservarlo prima che sorga il Sole, ma questo valore scenderà a 1:31 a fine mese, ovvero alle 6:31, a crepuscolo già iniziato.
Nonostante ciò, il bel pianeta continua ad essere un’importante e luminosa presenza nel cielo del mattino, guardando verso est-sudest. Non sarà difficile scorgerlo, alto in cielo tra le stelle della Bilancia, fino al 17 del mese, in prossimità della stella Theta Librae. Passerà poi nello Scorpione, dove soggiornerà solo per qualche giorno (fino al 21 dicembre), per varcare infine la soglia della costellazione del grande Ofiuco, dove rimarrà fino a fine dicembre.
La perdita di luminosità sarà contenuta, con una magnitudine che rimane sempre saldamente attorno a –3,9, un valore decisamente ottimo, al punto da non poter ignorare la presenza di questo astro nel cielo del mattino, anche a occhio nudo.
• Ricordiamo l’articolo su Coelum Astronomia 240: Vespero, stella della sera, a Lucifero, stella del mattino, di Giorgia Hofer.
MARTE
Mag. da –1,1 a –0,4; diam. da 14,6″ a 10,5″
Ottimamente osservabile nella prima parte della notte
In Pesci
In dicembre, sarà ancora molto proficua l’osservazione di Marte: il pianeta ci apparirà brillante e alto sull’orizzonte di sudest all’imbrunire e sarà facile da localizzare a occhio nudo, tra le flebili stelle dei Pesci.
La sua magnitudine è in costante calo e, dall’inizio alla fine del mese, si noterà una marcata diminuzione di luminosità, cosa che renderà Marte sicuramente meno appariscente negli ultimi giorni del mese: godiamoci quindi questi ultime nottate in cui il Pianeta Rosso sembrerà un vero e proprio occhio infuocato nella notte.
Per osservarlo in dicembre potremo contare ancora su numerose ore a nostra disposizione, nonostante il pianeta raggiunga la soglia dell’orizzonte occidentale sempre prima: a inizio dicembre Marte culmina alle 20:48 (3:55 dopo il tramonto del Sole), orario anticipato alle 19:26 a fine mese (2:24 dopo il tramonto, 0:14 dopo il crepuscolo), a un’altezza davvero ragguardevole di 56° sull’orizzonte sud.
Questo ci consentirà certamente di dedicarci all’osservazione e ripresa del pianeta (anche in alta risoluzione) in condizioni ottimali, come testimoniano le ottime immagini che potete ammirare nella nostra gallery PhotoCoelum e che potete trovare un esempio anche nella pagina precedente.
Approfittiamo quindi del mese di dicembre per ammirare gli affascinanti dettagli superficiali del pianeta, che abbiamo avuto modo di conoscere nel dettaglio negli articoli di Vincenzo Della Vecchia e di Matteo Massironi nello “speciale Marte” del numero 248 di Coelum Astronomia.
Il 2 Dicembre Marte sará stazionario, passando dal moto apparente diretto a quello retrogrado.
GIOVE
Mag. –2,0; diam. da 34,4″ a 32,9″
Osservabile nella prima parte della notte
In Sagittario fino al 16, poi in Capricorno
Come il mese scorso, facciamo un discorso unico per i due giganti gassosi del Sistema Solare, Giove e Saturno, poiché i due pianeti ci appaiono nel cielo sempre più ravvicinati, come due stelle brillanti: sembrano due occhi luminosi che splendono nel cielo della sera, guardando verso sud-sudovest all’imbrunire.
I due giganti si stanno facendo sempre più vicini, un incontro che culminerà proprio alla fine di dicembre, il giorno 21, in quella che viene chiamata “Grande Congiunzione”. Si tratta di un fenomeno particolare e che avviene ogni circa 20 anni, assolutamente da non perdere! Per conoscere tutti i dettagli di questa particolare congiunzione planetaria, leggi gli articoli dello speciale che abbiamo predisposto per l’occasione da pagina 34.
All’inizio di dicembre, alle ore 17:30, i due pianeti, alti circa 20° sull’orizzonte sud-sudovest, saranno separati di 1° 50’, valore che scenderà ad appena 6’ alla stessa ora del 21 dicembre, giorno della grande congiunzione. Da quel momento inizierà nuovamente la separazione, che sarà piacevole da seguire proprio come lo è stato l’avvicinamento.
Giove tramonterà molto presto, appena 1:36 ore dopo la fine del crepuscolo a inizio dicembre, e addirittura solo 2 minuti dopo fine crepuscolo (1:48 dopo il tramonto) a fine dicembre.
SATURNO
Mag. +0,7; diam. da 35,7″ a 34,8″
Osservabile nella prima parte della notte
In Sagittario fino al 10, poi in Capricorno
Come il mese scorso, facciamo un discorso unico per i due giganti gassosi del Sistema Solare, Giove e Saturno, dunque vale quanto é stato giá detto a proposito di Giove.
Saturno tramonterà molto presto, appena 1:42 ore dopo la fine del crepuscolo a inizio dicembre (12’dopo Giove), e addirittura in pieno crepuscolo, 4′ prima della sua fine (1:48 dopo il tramonto, 6′ prima di Giove) a fine dicembre.
Fino al 21 dicembre il ruolo di inseguitore è di Saturno (mag. –0,6), che sorge (e quindi tramonta) a pochi minuti di distanza del più brillante Giove (mag. –2,0), con uno scarto che a inizio dicembre è pari a 12 minuti, passando a un tramonto anticipato rispetto a quello di Giove (di circa 7 minuti) a fine mese.
Complessivamente, nonostante il bell’abbraccio astrale al quale stiamo per assistere, tra le stelle del Sagittario, il periodo è per l’osservazione dei due grandi pianeti sta volgendo al termine.
URANO
Mag. da +5,7 a +5,8; diam. 3,7″
Osservabile quasi tutta la notte
In Ariete
A ormai un mese intero dalla sua opposizione al Sole, Urano rimane ancora un soggetto osservabile con profitto per quasi tutta la durata della notte.
Sorgerà nel tardo pomeriggio per culminare in Meridiano prima della mezzanotte, alle ore 21:09 a metà dicembre, a un’altezza di quasi 61,4° sull’orizzonte sud.
Avremo quindi numerose ore per osservarlo: impossibile da scorgere a occhio nudo, ci servirà sicuramente un buon binocolo per scorgerlo o un telescopio per apprezzarlo.
Urano culmina a inizio mese alle 22:05 (3:27 dopo fine crepuscolo) e a fine mese anticipa di due ore, alle 20:05 (1:17 dopo fine crepuscolo), quindi nelle condizioni ideali per l’osservazione, vista anche la sua notevole altezza, che si manterrà a 58° per tutto il mese.
Lo troveremo tra le stelle della costellazione dell’Ariete, come i mesi scorsi, nella regione di confine tra i Pesci e il Mostro Marino (Cetus). Ad aiutarci nella sua localizzazione potremo sfruttare due stelle di quest’ultima costellazione, Xi1 Ceti (mag. +4,3) e Xi2 Ceti (mag.+4,4): Urano si troverà rispettivamente a nordovest e nordest di queste due stelle, a 5’ 20’ circa (a metà mese).
L’osservazione di Urano non è mai semplice, per via della grande distanza che ci separa da questo lontano pianeta, e per l’assenza quasi totale di caratteristiche atmosferiche osservabili.
NETTUNO
Mag. da +7,7 a +7,8; diam. 2,3″
Osservabile di sera
in Acquario
Come Urano, possiamo definire anche Nettuno un soggetto ostico da osservare. In dicembre tuttavia potremo contare su numerose ore per dedicarci alla caccia a questo remoto gigante di ghiaccio.
Lo potremo localizzare, esclusivamente tramite l’uso di un telescopio di diametro generoso, entro i confini della costellazione dell’Acquario, a una distanza di circa 3° 17’ a nord della stella Psi1 Aqr (mag. +4,2).
Nettuno culmina a 39° a inizio mese alle 19:03 (25 minuti dopo fine crepuscolo) e a fine mese alle 17:06 (4 minuti dopo il tramonto solare), dunque in condizioni tutt’altro che favorevoli, per la sua osservazione. Lo sfuggente gigante ghiacciato, nei mesi seguenti, sarà dunque ancorpiù difficile da individuare., avviandosi verso la congiunzione eliaca il 9 marzo 2021.
A inizio mese il pianeta tramonterà alle 00:50, orario anticipato alle 22:50 il 31 dicembre.
PIANETI NANI
PLUTONE
Dopo aver raggiunto il 15 luglio l’opposizione e quindi le condizioni di migliore osservabilità, in dicembre il pianeta nano sarà praticamente inosservabile, continuando il suo cammino verso la congiunzione con il Sole, con una elongazione da esso di poco più di 18°.1 a fine mese.
Assolutamente impossibile da scorgere a occhio nudo o con un semplice binocolo (picco massimo di magnitudine +14,8, tramonta a fine mese alle 17:42, appena 59 minuti dopo il tramonto del Sole), il pianeta nano sará troppo basso e fra le luci del crepuscolo (che termina alle 18:25) per poter esser individuato.
Plutone si troverà nella costellazione del Sagittario, non molto distante da Giove e Saturno.
(1) CERERE
Il Re degli Asteroidi, o se preferite il pianeta nano, in dicembre peggiorerá le sue condizioni osservative, declinando sempre più. Il 1 Dicembre tramonta verso le 23:07, mentre a fine mese tramonta alle 21:41, 4h 57 dopo il tramonto solare, e solo 3:36 dopo la fine del crepuscolo, rendendosi visibile dunque in prima serata, molto basso e per poco più di 3 ore (con una elongazione di 62°) nella costellazione dell’Acquario.
La magnitudine raggiunta passerà da +9,1 a +9,3. ponendosi a una distanza media circa di 3 UA dalla Terra, con una elongazione media dal Sole pari a 75°.
In dicembre dunque possiamo ancora osservare il primo asteroide conosciuto, prima che si avvii vero la sua congiunzione eliaca.
ASTEROIDI
(16) PSYCHE
In dicembre, gli amanti di osservazione o ripresa asteroidale potranno dedicarsi a numerose opposizioni. Ci concentriamo sulle più brillanti tra queste e in particolare su quella di (16) Psyche. Psyche è un grande asteroide (circa 250 km di diametro) della Fascia Principale. Questo asteroide è uno dei nove scoperti da Annibale De Gasparis, che lo scoprì il 17 marzo 1852 dall’Osservatorio astronomico di Capodimonte a Napoli. Il nome venne scelto in onore di Psiche, figura della mitologia greca.
Questo asteroide, per via anche della sua grandezza, è stato oggetto di numerosi studi:
l’analisi dello spettro di Psyche indica una composizione praticamente pura di ferro e nichel e si suppone che provenga, come gli altri asteroidi di tipo M, dal nucleo metallico di un grande planetesimo simile a 4 Vesta. Questo asteroide è stato selezionato dalla NASA come obiettivo primario per la prossima missione di esplorazione spaziale omonima, la cui partenza è prevista per il luglio del 2022.
Psyche raggiungerà l’opposizione il 7 dicembre: potremo localizzare questo oggetto tra le stelle del Toro, in particolare cercando la congiungente tra Aldebaran (Alfa Tauri, mag. +0,9) e Zeta Tauri (mag. +2,9): Psyche il giorno dell’opposizione sarà a 6° 5′ a est-nordest di Aldebaran. La magnitudine raggiunta sarà pari a +9,4, ponendosi a 1,692 UA dalla Terra.
(79) EURYNOME
Non distante da Psyche troveremo un altro asteroide che raggiungerà l’opposizione in dicembre; parliamo di (79) Eurynome. Pur non essendo molto distante da Psyche, questo asteroide, di circa 63 km di diametro, si troverà appena dentro il confine della costellazione di Orione. Nel giorno dell’opposizione, l’11 dicembre, Eurynome raggiungerà la magnitudine di +9,9, a una distanza dalla Terra di 1,049 UA.
79 Eurynome (in italiano 79 Eurinome) è un piccolo e brillante asteroide della Fascia principale, composto da rocce silicate e nichel e ferro allo stato metallico.
Eurynome fu il primo dei 22 asteroidi individuati da James Craig Watson; fu scoperto il 14 settembre 1863 dal Detroit Observatory dell’università del Michigan (USA) ad Ann Arbor. Fu battezzato così in onore di uno dei diversi personaggi che nella mitologia greca portano il nome di Eurinome (in greco significa “colei che abita le ampiezze” o “colei che regna sugli spazi”).
(39) LAETITIA
Il terzo asteroide che portiamo alla vostra attenzione è (39) Laetitia, che il 21 dicembre, il giorno del solstizio d’Inverno, sarà in opposizione in Orione e splenderà di magnitudine +9,9. Lo troveremo sulla congiungente tra Betelgeuse (Alfa Orionis, mag. +0,5) e Mi Orionis (mag. +4,3), a circa 1° 25′ a nordest di Betelgeuse.
39 Laetitia (in italiano 39 Letizia) è un grande e brillante asteroide della fascia principale.
Fu scoperto da Jean Chacornac l’8 febbraio 1856 all’Osservatorio di Parigi (Francia) e battezzato così in onore di Letizia, una dea romana minore della felicità.
Nel 1993, un team di astronomi russi e ucraini (Batrakov, Mikhailovskaja, Karachkina…), basandosi sui dati ricavati dalla curva di luce nel 1985 da un team di astronomi italiani, ha ipotizzato la presenza (non ancora confermata) di un satellite di Laetitia, di dimensioni pari a 120 x 70 x 70 km e orbitante a 168 km di distanza.
COMETE
L’ultimo mese del 2020 ci ripropone un paio di comete già trattate nei mesi scorsi, entrambe ormai in calo, una delle quali, per luminosità, posizione favorevole e orario comodo, attirerà a sé l’attenzione degli appassionati.
C/2020 M3 ATLAS
Ha passato già da un po’ di tempo il perielio e si sta anche allontanando dal nostro pianeta, ma dovrebbe mantenersi per tutto dicembre su valori luminosi discreti, tanto che quest’anno il ruolo di cometa natalizia sembra spettare a lei. Partendo dall’ottava magnitudine dovrebbe calare di poco, e inoltre sarà comodamente osservabile altissima in cielo già in prima serata. Dopo una manciata di giorni trascorsi nel Toro si trasferirà nell’Auriga, dove trascorrerà tutto il resto del mese, guadagnando sempre più in declinazione e finendo la sua corsa vicinissima a Capella, la luminosissima stella Alfa della costellazione.
A novembre ho avuto modo di seguire la ATLAS in più occasioni. Vi riporto la mia ultima osservazione che la riguarda, risalente a circa metà mese:
«La osservo in piena notte con il binocolo 25×100, per la prima volta ben alta in cielo. Pur meglio “staccata” dal fondo cielo rispetto alle osservazioni precedenti, è una cometa che non spicca. Molto diffusa con appena un accenno di condensazione centrale, la stimo attorno all’ottava magnitudine. Nonostante tutto, grazie all’ottimo cielo, è visibile anche nel piccolo binocolo 10×50».
88P/HOWELL
La Howell è ai saluti, proprio nel mese che la vede finalmente alzarsi un po’ più convintamente sopra l’orizzonte. In effetti, l’apparizione 2020 di questa periodica non è stata favorevole, specie per il Settentrione d’Italia e dicembre sarà l’ultima occasione per tentare di avvistarla, anche perché si sta indebolendo sempre più. Non sarà comunque un’osservazione semplice, sia per la scarsa luminosità dell’oggetto (decima magnitudine) che per la comunque non esaltante altezza in cielo.
Dopo aver attraversato gran parte del Capricorno, a fine mese supererà i confini dell’Acquario transitando non distante da Iota Aquarii, stella di magnitudine +4,3 che ci aiuterà nel puntarla.
Anche per la Howell riporto una mia osservazione di metà novembre:
«Si trova appena sotto Giove, che mi fa da ottimo punto di riferimento per cercarla. Con il binocolo 25×100 la avvisto più facilmente del previsto alta soltanto una quindicina di gradi sull’orizzonte. Il cielo limpido e buio d’alta quota fa miracoli! Di medie dimensioni, appare come una chiazza mediamente condensata, più luminosa verso il centro. Credo possa essere di magnitudine +8,5. L’avevo vista per la prima volta esattamente undici anni fa, durante il suo penultimo passaggio, ed è un piacere risalutarla dopo tanto tempo».
Buon Natale e buon anno amici delle stelle… comete!
C/2020 S3 ERASMUS
A novembre è stato molto interessante seguire anche la C/2020 S3 Erasmus, avviata al perielio. Prima che la distanza prospettica dal Sole si riducesse troppo, l’ho osservata in un paio di occasioni a distanza di una settimana, notando la sua crescita luminosa. Il 13 novembre, nel crepuscolo astronomico, l’ho stimata di ottava magnitudine. Al binocolo 20×90 mi è apparsa piccola e molto condensata, aspetto che l’ha resa percepibile senza difficoltà pur trovandosi piuttosto bassa sull’orizzonte, immersa tra le stelle del Cratere.
CONGIUNZIONI
CONGIUNZIONE LUNA VENERE (12 DICEMBRE 2020 06:00)
Sarà una congiunzione piuttosto larga quella che potremo ammirare la mattina presto del 12 dicembre, alle ore 6:00, guardando verso est. Ci colpirà senza alcun dubbio la tridimensionalità della scena che si presenterà ai nostri occhi: una sottile falce di Luna (fase dell’8%), in luce cinerea, alta circa 14° sull’orizzonte che si avvicinerà al brillantissimo pianeta Venere (mag. –3,9). Il senso di tridimensionalità è dato dalla brillantezza nitida e definita dei due oggetti che sembreranno staccarsi dal fondo del cielo. La separazione tra Luna e Venere sarà cospicua, come anticipato, pari a circa 7° 40’. Nonostante questo valore non possa far scalare a questa congiunzione la classifica degli incontri più stretti, sarà di sicuro effetto e molto piacevole da osservare e fotografare a largo campo.
Merita una nota aggiuntiva anche lo scenario che ospiterà questo incontro, ossia il cuore della costellazione della Bilancia, di cui potremo facilmente individuare le due stelle principali, Zubenelgenubi e Zubeneschamali, stelle che, seppur tenui, andranno ad arricchire la scena. Le potremo trovare rispettivamente a destra e a sinistra della Luna, in un sistema di riferimento altazimutale.
In fotografia, il consiglio è quello di utilizzare obiettivi di corta focale, in grado di abbracciare per intero la scena includendo elementi del paesaggio ma attenzione a non esagerare: è sempre bello poter distinguere chiaramente nelle riprese di questo genere i protagonisti!
Attenzione anche al tempo di esposizione: forse servirà qualche prova per imprimere correttamente la flebile luce cinerea della Luna, senza però bruciare i bordi del falcetto lunare, e del pianeta Venere.
CONGIUNZIONE LUNA GIOVE SATURNO (17 DICEMBRE 2020 18:30)
Il tardo pomeriggio del 17 dicembre, alle ore 18:30, potremo assistere a una bella congiunzione tra la Luna e i pianeti Giove e Saturno. Potreste pensare che ci troviamo di fronte all’ennesimo incontro tra la Luna e la coppia di pianeti, come si è verificata anche durante i mesi appena trascorsi e da un certo punto di vista è sicuramente così. Questa volta però possiamo contare su qualcosa di differente e di grande impatto: la vicinanza dei due giganti gassosi che, a differenza dei mesi scorsi, si è fatta ora davvero accentuata.
Sappiamo infatti che Giove e Saturno hanno passato mesi a rincorrersi per culminare nella Grande Congiunzione di cui parleremo tra poco. Esaminando questa che ci troveremo davanti, potremo notare la Luna, in forma di falcetto (fase dell’11%) posizionarsi a circa 6° e mezzo dalla coppia di pianeti, alla loro sinistra (in un sistema altazimutale). Giove e Saturno saranno brillanti (mag. –1,2 e +0,6 rispettivamente) e facilmente riconoscibili: ci sembreranno due gemme lucenti nel cielo della sera, separate di appena 20’ circa.
Complessivamente si tratta di un quadretto celeste davvero bello che potremo sicuramente apprezzare a occhio nudo e immortalare in uno scatto fotografico a largo campo. Come nel caso precedente il consiglio è quello di non ridurre troppo la focale: con obiettivi fortemente grandangolari la nostra fotografia abbraccerà sicuramente un’ampia fetta di paesaggio ma renderà meno evidenti gli astri protagonisti della congiunzione. Meglio sarà ricorrere a focali medie, per inquadrare i soggetti mantenendoli ben intelligibili avendo cura di introdurre nella ripresa elementi del paesaggio naturale o architettonico circostante. A tal proposito potrebbe risultare più semplice attendere che Luna e pianeti siano più bassi: basterà attendere meno di un’ora per avere i soggetti decisamente più bassi sull’orizzonte e quindi disponibili a creare interessanti giochi prospettici con gli elementi che ci circondano. Sperimentiamo ora! Sarà un’esperienza utile in vista della grande congiunzione.
GRANDE CONGIUNZIONE GIOVE E SATURNO (21 DICEMBRE 2020 17:30)
Eccoci giunti finalmente al momento della Grande Congiunzione tra Giove e Saturno: ne abbiamo parlato e l’abbiamo attesa per tutto l’anno! Anche se potreste pensare che, dopotutto, si tratti di una semplice congiunzione, in realtà, ciò che ci si presenterà davanti ai nostri occhi la sera del 21 dicembre, alle ore 17:30, è un fenomeno particolare.
Al di là del fatto che una congiunzione del genere si presenta solo una volta ogni vent’anni (ma congiunzioni così strette risultano in realtà più rare, come ci spiega Aldo Vitagliano nel suo articolo a pagina 46), osservandola e apprezzando l’eccezionale vicinanza tra i due brillanti pianeti, che ci sembreranno quasi toccarsi, dovremo forse ripercorrere con la mente quale grande importanza abbiano rivestito nella storia incontri astrali di questo genere. Ce ne ha parlato nel suo articolo Patrizia Nava, che trovare a pagina 36. E così anche noi, proprio come Keplero secoli fa, punteremo il nostro sguardo curioso e forse un po’ emozionato in direzione sudovest, ammirando quel punto luminoso costituito dai due giganti gassosi stretti in un abbraccio appassionato, sullo sfondo ancora illuminato dalle colorate luci del tramonto.
Sarà una scena davvero speciale e suggestiva, e per gustarla saranno sufficienti i nostri occhi, senza l’ausilio di strumenti particolari. Sicuramente però anche al binocolo o addirittura al telescopio (tale è la vicinanza apparente tra i due pianeti) Giove e Saturno sapranno regalarci grandi soddisfazioni.
Rimandiamo all’articolo di Vincenzo della Vecchia, a pagina 52, per tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione.
CONGIUNZIONE LUNA E MARTE (23 DICEMBRE 2020 19:30)
La sera dell’antivigilia di Natale, alle ore 19:30, volgendo il nostro sguardo esattamente verso sud, potremo notare la presenza della Luna (fase del 67%) alta al meridiano di poco meno di 52° sovrastata da una luce ancora intensa e di colore spiccatamente arancione: si tratta di Marte, il Pianeta Rosso, che si sta facendo via via più debole ma che ancora è capace di tenere la scena nel teatro celeste offerto dalla costellazione dei Pesci.
Luna e Marte si troveranno a una distanza reciproca di circa 5° 15’, con il pianeta posizionato esattamente a nord del nostro satellite naturale.
Questo incontro sarà apprezzabile a occhio nudo ma per immortalare la scena fotograficamente, la posizione dei due astri non offre grandi alternative a realizzare una fotografia che ritragga solo i due corpi celesti.
Molto meglio attendere ancora qualche ora, la mezzanotte e mezza del 24 dicembre, quando i due oggetti saranno in prossimità dell’orizzonte ovest e quindi più vicini agli elementi del paesaggio naturale. Sarà così possibile scattare una fotografia originale e più esteticamente valida giocando proprio con il paesaggio e la prospettiva, ponendo Luna e Marte prospetticamente vicini agli elementi naturali o architettonici del paesaggio che ci circonda.
SCIAMI METEORICI
GEMINIDI (14 DICEMBRE 02:00)
Quello delle Geminidi è uno tra i più attivi sciami meteorici dopo quello delle Perseidi e si manifesta in genere nel periodo che va dal 7 al 17 dicembre. Come particolarità ricordiamo che – unico tra quelli più conosciuti – lo sciame sembra essersi generato da un asteroide (3200) Phaethon, che è probabilmente il residuo di una cometa estinta, e non da una cometa. Sembra inoltre che abbia cominciato a manifestarsi solo dopo l’anno 1750. Il radiante è situato circa 2° a nordovest di Castore, la stella alfa della costellazione dei Gemelli.
L’attività di quest’anno prevede il picco massimo verso le ore 01:00 TU (le nostre ore 2:00) del 14 dicembre, in condizioni osservative eccellenti, considerando che nello stesso giorno la Luna raggiungerà la fase di Nuova, eliminando il rischio del disturbo lunare.
I picchi di attività hanno mostrato negli ultimi anni un leggero aumento e hanno raggiunto valori di ZHR ragguardevoli, pari a 140-150. Di solito, i tassi di manifestazione delle Geminidi in prossimità del picco persistono per diverse ore, offrendoci la possibilità di godere di questo spettacolo al meglio. In genere le meteore più deboli dovrebbero essere più abbondanti un giorno prima circa del picco massimo.
Per la ripresa e l’osservazione dello sciame, valgono tutti i consigli dati nel caso delle Perseidi (a parte circostanze e cartina ovviamente) che potete trovare a partire da questa pagina: http://bit.ly/coelum_perseidi
L’articolo completo è pubblicato su Coelum n.250 – 2020 alla pagina 108
Source: Il cielo di Dicembre | Coelum Astronomia