Categoria: Planetologia

Titano, una luna in fermento?

Un nuovo studio guidato dall’Università dell’Arizona suggerisce che l’oceano sotterraneo di Titano potrebbe sostenere la vita microbica grazie alla fermentazione della glicina. La biomassa presente sarebbe tuttavia estremamente ridotta: meno di una cellula per chilogrammo d’acqua. Tutti i dettagli su The Planetary Science Journal  Giuseppe Fiasconaro Titano – la più grande delle 274 lune di …

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L’asteroide 2024 YR4 non fa più paura

Orbita dell’asteroide 2024 YR24, qui evidenziata in rosso, mentre si avvicina a quella della Terra il 22 dicembre 2032. Grazie ai dati più recenti, tra cui quelli del Very Large Telescope dell’Eso, le ultime stime sulla possibilità di impatto sono minime. Le dimensioni dei pianeti non sono in scala: sono state aumentate per motivi di visibilità. Crediti: Esa

Le ultime osservazioni di 2024 YR4 – tra le quali quelle compiute con il Very Large Telescope dell’ESO, dal Cile, oggi minacciato dal progetto di costruzione di un grande impianto industriale e dal conseguente inquinamento luminoso – hanno consentito di ridurre l’errore sul calcolo dell’orbita dell’asteroide, fino ad abbassare allo 0,001 per cento la stima …

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Nuovi scenari per deviare gli asteroidi

This series of images, taken with the MUSE instrument on ESO’s Very Large Telescope, shows the evolution of the cloud of debris that was ejected when NASA’s DART spacecraft collided with the asteroid Dimorphos. The first image was taken on 26 September 2022, just before the impact, and the last one was taken almost one month later on 25 October. Over this period several structures developed: clumps, spirals, and a long tail of dust pushed away by the Sun’s radiation. The white arrow in each panel marks the direction of the Sun. Dimorphos orbits a larger asteroid called Didymos. The white horizontal bar corresponds to 500 kilometres, but the asteroids are only 1 kilometre apart, so they can’t be discerned in these images. The background streaks seen here are due to the apparent movement of the background stars during the observations while the telescope was tracking the asteroid pair.

Due articoli pubblicati la scorsa settimana su Nature Communications, guidati rispettivamente dal Politecnico di Milano e dal Georgia Institute of Technology, partendo dall’analisi del risultato della missione di difesa planetaria Dart suggeriscono che, per deviare un asteroide, più impattatori di piccole dimensioni possano essere più efficaci di un unico grande oggetto Quanto siamo pronti a …

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La forza delle maree su Titano

Titano

Due scienziati hanno calcolato che, alla velocità con cui l’orbita di Titano sta cambiando, il satellite avrebbe dovuto raggiungere un’orbita circolare entro circa 350 milioni di anni. Il fatto che Titano possieda ancora un’orbita eccentrica suggerisce che negli ultimi 350 milioni di anni sia accaduto qualcosa in grado di perturbare il suo percorso orbitale. Tutti …

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Siamo soli nell’universo? Forse no

Immagine del nostro pianeta visto dallo spazio. Una nuova teoria propone che gli esseri umani, e la vita analoga oltre la Terra, possano rappresentare il probabile risultato dell’evoluzione biologica e planetaria. Crediti: Nasa

La presenza di forme di vita intelligenti nell’universo potrebbe essere meno improbabile di quel che si pensa. Lo suggerisce un articolo pubblicato su Science Advances. Lo studio propone un nuovo modello per spiegare l’evoluzione della vita complessa, alternativo alla teoria dei “passaggi difficili” di Brandon Carter, secondo cui l’umanità potrebbe essere il risultato di un …

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Anomalia del Sud Atlantico e inversione dei poli

La comparsa di un’area nell’Atlantico meridionale dove l’intensità del campo geomagnetico sta diminuendo rapidamente ha portato a ipotizzare che la Terra stia andando verso un’inversione di polarità magnetica. Tuttavia, un nuovo studio che mette insieme prove risalenti a novemila anni fa suggerisce che tale inversione potrebbe non avvenire affatto. Tutti i dettagli su Pnas

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Vita microbica su Marte? Basta un po’ di cellulosa

Uno studio condotto su colture di kombucha ha dimostrato che una specie batterica che produce cellulosa è riuscita a sopravvivere a condizioni ambientali tipiche di Marte, a prova del fatto che la cellulosa potrebbe essere un biomarcatore per la vita extraterrestre e film a base di cellulosa potrebbero essere un buon biomateriale per proteggere la vita

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Massicce riserve di ghiaccio nel sottosuolo lunare

Ghiaccio nel sottosuolo lunare

Sotto la superficie della Luna, probabilmente vicino ai poli, ci sarebbe un’enorme riserva di ghiaccio originato dalla condensazione del vapore acqueo emesso dalle eruzioni vulcaniche che caratterizzavano il nostro satellite alcuni miliardi di anni fa. Gli autori stimano che circa 18 milioni di miliardi di chili di acqua vulcanica potrebbero essersi condensati durante quel periodo. Tutti i dettagli su PsJ

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Cosa c’è dietro le tempeste di polvere marziane

Sarebbe uno squilibrio stagionale nella quantità di energia solare assorbita e rilasciata dal pianeta Marte, la causa più probabile delle tempeste di polvere che da tempo incuriosiscono e fanno discutere gli scienziati. Lo studio, pubblicato su Pnas, può aiutare a comprendere anche i cambiamenti climatici in atto sulla Terra.

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Estesa al 2025 la missione della Nasa Juno

La sonda ci farà scoprire ulteriori segreti di Giove per altri cinque anni, grazie anche ai contributi italiani di Jiram, capace di raccogliere sia immagini che spettrogrammi, e KaT, che permette la misura della gravità del pianeta tramite l’effetto Doppler di un segnale a microonde Lavorerà per altri quattro anni e nove mesi, oltre la …

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Là dove Cerere è più blu

Perché alcune regioni in corrispondenza dei crateri di recente formazione su Cerere presentano un’anomala colorazione bluastra? Una possibile risposta a questa domanda che tempo arrovella i planetologi la fornisce lo studio pubblicato su Nature Communications e realizzato da un team che vede la partecipazione di ricercatrici e ricercatori dell’Inaf Tra le tante, sorprendenti scoperte della …

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Fratture nel ghiaccio sull’oceano di Ganimede

Un’analisi della distribuzione delle faglie presenti sulla superficie della grande luna gioviana ha permesso di stimarne la penetrazione all’interno della crosta ghiacciata, determinandone lo spessore: tra i 105 e i 130 km. Lo studio, guidato da Alice Lucchetti dell’Inaf di Padova, ha importanti risvolti per la missione spaziale dell’Esa Juice. “Get into the groove”, esortava …

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