Categoria: Astronautica

Una doppietta di biofirme su K2-18b

Si chiamano dimetil solfuro e dimetil disolfuro. Sono due molecole organiche, nonché potenziali biofirme. Un team di scienziati guidati dall’Università di Cambridge le ha individuate, in quantità molto superiori a quelle presenti sulla Terra, nell’atmosfera dell’esopianeta K2-18b. Sebbene si tratti di promettenti impronte di processi biologici al di fuori del Sistema solare, gli scienziati sono …

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L’asteroide 2024 YR4 non fa più paura

Orbita dell’asteroide 2024 YR24, qui evidenziata in rosso, mentre si avvicina a quella della Terra il 22 dicembre 2032. Grazie ai dati più recenti, tra cui quelli del Very Large Telescope dell’Eso, le ultime stime sulla possibilità di impatto sono minime. Le dimensioni dei pianeti non sono in scala: sono state aumentate per motivi di visibilità. Crediti: Esa

Le ultime osservazioni di 2024 YR4 – tra le quali quelle compiute con il Very Large Telescope dell’ESO, dal Cile, oggi minacciato dal progetto di costruzione di un grande impianto industriale e dal conseguente inquinamento luminoso – hanno consentito di ridurre l’errore sul calcolo dell’orbita dell’asteroide, fino ad abbassare allo 0,001 per cento la stima …

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Nuovi scenari per deviare gli asteroidi

This series of images, taken with the MUSE instrument on ESO’s Very Large Telescope, shows the evolution of the cloud of debris that was ejected when NASA’s DART spacecraft collided with the asteroid Dimorphos. The first image was taken on 26 September 2022, just before the impact, and the last one was taken almost one month later on 25 October. Over this period several structures developed: clumps, spirals, and a long tail of dust pushed away by the Sun’s radiation. The white arrow in each panel marks the direction of the Sun. Dimorphos orbits a larger asteroid called Didymos. The white horizontal bar corresponds to 500 kilometres, but the asteroids are only 1 kilometre apart, so they can’t be discerned in these images. The background streaks seen here are due to the apparent movement of the background stars during the observations while the telescope was tracking the asteroid pair.

Due articoli pubblicati la scorsa settimana su Nature Communications, guidati rispettivamente dal Politecnico di Milano e dal Georgia Institute of Technology, partendo dall’analisi del risultato della missione di difesa planetaria Dart suggeriscono che, per deviare un asteroide, più impattatori di piccole dimensioni possano essere più efficaci di un unico grande oggetto Quanto siamo pronti a …

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Webb, cinque meraviglie dell’universo che verra

Nebulosa della Carena, nebulosa planetaria Ngc 3132, spettro dell’atmosfera dell’esopianeta Wasp-96b, il Quintetto di Stephan e un ammasso di galassie che, agendo da lente gravitazionale, spinge lo sguardo del telescopio a oltre 13 miliardi di anni luce. Sono le prime immagini full-color prodotte da Jwst, svelate oggi dalla Nasa. Marco Tavani (presidente Inaf): «La nostra comunità è orgogliosa di essere parte attiva in questa straordinaria missione»

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Massicce riserve di ghiaccio nel sottosuolo lunare

Ghiaccio nel sottosuolo lunare

Sotto la superficie della Luna, probabilmente vicino ai poli, ci sarebbe un’enorme riserva di ghiaccio originato dalla condensazione del vapore acqueo emesso dalle eruzioni vulcaniche che caratterizzavano il nostro satellite alcuni miliardi di anni fa. Gli autori stimano che circa 18 milioni di miliardi di chili di acqua vulcanica potrebbero essersi condensati durante quel periodo. Tutti i dettagli su PsJ

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Cosa c’è dietro le tempeste di polvere marziane

Sarebbe uno squilibrio stagionale nella quantità di energia solare assorbita e rilasciata dal pianeta Marte, la causa più probabile delle tempeste di polvere che da tempo incuriosiscono e fanno discutere gli scienziati. Lo studio, pubblicato su Pnas, può aiutare a comprendere anche i cambiamenti climatici in atto sulla Terra.

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Solar Orbiter: il Sole è sempre più vicino

Regioni polari solari

Le spettacolari immagini della sonda ci mostrano l’atmosfera del Sole con un dettaglio senza precedenti, grazie al contributo del coronografo Metis dell’Agenzia spaziale italiana, che vede la collaborazione e progettazione di un team composto da Inaf, Università di Firenze, Padova e del Cnr-Inf

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Estesa al 2025 la missione della Nasa Juno

La sonda ci farà scoprire ulteriori segreti di Giove per altri cinque anni, grazie anche ai contributi italiani di Jiram, capace di raccogliere sia immagini che spettrogrammi, e KaT, che permette la misura della gravità del pianeta tramite l’effetto Doppler di un segnale a microonde Lavorerà per altri quattro anni e nove mesi, oltre la …

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Là dove Cerere è più blu

Perché alcune regioni in corrispondenza dei crateri di recente formazione su Cerere presentano un’anomala colorazione bluastra? Una possibile risposta a questa domanda che tempo arrovella i planetologi la fornisce lo studio pubblicato su Nature Communications e realizzato da un team che vede la partecipazione di ricercatrici e ricercatori dell’Inaf Tra le tante, sorprendenti scoperte della …

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Questa è una magnetar fuori dal comune

Nel 2020 gli astronomi hanno scoperto la magnetar più veloce e forse la più giovane conosciuta. Questo oggetto – noto come J1818.0-1607 – si trova a circa 21mila anni luce di distanza dalla Terra, vicino al piano della Via Lattea. I ricercatori hanno utilizzato Chandra e altri telescopi (infrarossi e radio) per conoscere le proprietà …

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Da Atacama al Big Bang

L’ultima stima in ordine di tempo della costante di Hubble, fornita dalle osservazioni sul fondo cosmico a microonde condotte con l’Atacama Cosmology Telescope, corrisponde a quella indicata dal modello standard dell’universo e dalle misure compiute dal satellite Planck. Ne parliamo con il primo autore di uno degli articoli pubblicati la settimana scorsa su Jcap, il …

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Tempeste nelle atmosfere delle nane brune

Un team guidato da Daniel Apai dell’Univeristà dell’Arizona ha individuato bande atmosferiche in rotazione nelle due nane brune più vicine alla Terra. Le due nane brune sono dominate da venti che contribuiscono a distribuire nei loro strati più esterni le enormi quantità del calore ancora presente al loro interno. Fra gli autori dello studio, pubblicato …

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