Piero Bianucci
Giornalista e Divulgatore scientifico
LA STAMPA

Gli smart telescope come Unistellar, Origin, Seestar si moltiplicheranno, potenzieranno e specializzeranno. Sarà la fine dell’astronomia osservativa amatoriale così come l’abbiamo conosciuta? No, sarà l’inizio di un nuovo modo di fare astronomia in un mondo popolato da 8,3 miliardi di persone per più della metà abitanti in aree urbane con forte inquinamento luminoso.
E’ il momento di pensare a organizzare lo studio del cielo tenendo conto di questi strumenti innovativi. Si tratta di:
1) da un lato individuare i campi privilegiati di applicazione per gli smart telescope (per esempio ricerca di supernove e curve di luce di stella variabili
2) dall’altro lato promuovere, in collaborazione con l’astronomia professionale, una sorveglianza del cielo su scala planetaria h 24. Il collegamento in rete degli smart telescope offre uno strumento di coordinamento tutto da esplorare.
















