Non necessariamente uomo, non necessariamente vecchio, non necessariamente alla lavagna. Così Viviana Acquaviva – professore associato al Cuny Nyc College of Technology e Cuny Graduate Center di New York, dove tiene anche un corso di machine learning per la fisica e l’astronomia, argomento sul quale sta scrivendo un libro per la Princeton University Press – …
Osservatorio Astrofisico di Torino – Visita notturna del 6/3/2025 ore 21:15
Osservazioni astronomiche in cupola con telescopi professionali. Osservatorio Astrofisico di Torino – Visita notturna Sei pronto per un’avventura spaziale unica? Partecipa alla visita notturna dell’Osservatorio Astrofisico di Torino! Ti aspetta una serata indimenticabile sotto le …
Osservatorio Astrofisico di Torino – Visita notturna del 6/3/2025 ore 20:00
Osservazioni astronomiche in cupola con telescopi professionali. Osservatorio Astrofisico di Torino – Visita notturna Sei pronto per un’avventura spaziale unica? Partecipa alla visita notturna dell’Osservatorio Astrofisico di Torino! Ti aspetta una serata indimenticabile sotto le …
L’asteroide 2024 YR4 non fa più paura
Le ultime osservazioni di 2024 YR4 – tra le quali quelle compiute con il Very Large Telescope dell’ESO, dal Cile, oggi minacciato dal progetto di costruzione di un grande impianto industriale e dal conseguente inquinamento …
Nuovi scenari per deviare gli asteroidi
Due articoli pubblicati la scorsa settimana su Nature Communications, guidati rispettivamente dal Politecnico di Milano e dal Georgia Institute of Technology, partendo dall’analisi del risultato della missione di difesa planetaria Dart suggeriscono che, per deviare …
La forza delle maree su Titano
Due scienziati hanno calcolato che, alla velocità con cui l’orbita di Titano sta cambiando, il satellite avrebbe dovuto raggiungere un’orbita circolare entro circa 350 milioni di anni. Il fatto che Titano possieda ancora un’orbita eccentrica …
Gen 21 2021
«Questa è la mia visione del fisico moderno»
- Archiviato sotto cultura scientifica, Didattica, Divulgazione, Ricerca astronomica
- 50 donne che hanno fatto (e fanno) la storia dell’informatica, advanced computational methods, Amazon, amministratrice delegata di YouTube, Annie Easley, Astrofisica, cambiare il modo di fare ricerca, cambiare la visione verso un percorso di studi come quello in fisica, Carlo Baccigalupi, categorie lavorative a rischio rispetto alla diffusione delle tecniche di machine learning, Cuny Graduate Center di New York, Cuny Nyc College of Technology, data science, deepfake, direttrice operativa di Facebook, early detection of diseases, ethical biases, figure professionali che possono essere sostituite, fisica computazionale applicata, Fisica delle particelle, fisico moderno, Grace Hopper, idea del fisico o dell’astrofisico moderno, inspiring fifty, integrare il metodo scientifico con la tecnica, Joan Clarke, le 50 donne che hanno avuto successo nella scienza, living document, machine learning, machine learning per la fisica e l’astronomia, Missione Cassini, non necessariamente alla lavagna, non necessariamente uomo, non necessariamente vecchio, Numerical Recipes, nuove professionalità che si creano, pensiero creativo, piccoli progetti di ricerca basati su dati e cataloghi, Prima dottorata in informatica, Princeton University Press, problema gravissimo dei cambiamenti climatici, prospettive di carriera legate al machine learning possa allontanare menti dalla ricerca, quali variabili sono importanti, qualità della scienza, quantum computing, rendere delle risorse accessibii, rischio soprattutto per coloro che hanno difficoltà a reinventarsi e trovare un nuovo lavoro, Shuttle discovery, SISSA, Stephanie Shirley, studiare le malattie rare, sviluppare la capacità di decidere il metodo giusto, sviluppatrice grafica di Apple, tecnica del machine learning, Viviana Acquaviva, Wired
Gen 21 2021
Voyager rileva shock interstellari di origine solare
- Archiviato sotto Astronautica, Corpi minori del Sistema solare, Disco diffuso, Fisica Solare, Fisica stellare, Mezzo interstellare, Nube di Oort, Operativi, Planetologia, Spacecraft, TNO, Vento solare, Voyager
A più di 40 anni dal lancio, le due sonde Voyager hanno rilevato raffiche di elettroni di alta energia, che hanno viaggiato quasi alla velocità della luce, circa 670 volte più veloci delle onde d’urto che li hanno allontanati dal Sole. Dalle osservazioni, gli scienziati sono stati in grado di costruire un modello che descrive …
- “A Foreshock Model for Interstellar Shocks of Solar Origin: Voyager 1 and 2 Observations, 19 miliardi di chilometri (Voyager 2), 23 miliardi di chilometri (Voyager 1), 670 volte più veloci delle onde d’urto, A. C. Cummings, A. Gurnett, ApJ Letters, Astronomical Journal, B. Heikkila, Bow shock, brillamenti stellari, E. C. Stone, energia dei fasci di elettroni responsabili delle oscillazioni del plasma (circa 20–100 eV), eruzioni solari, escursioni lunari o marziane prolungate, esposizione a concentrazioni di raggi cosmici di gran lunga superiori a quelle che sperimentiamo abitualmente sulla Terra, Espulsioni di massa coronale, foreshock model, forte campo magnetico al bordo dell’onda d’urto, interazione delle onde d’urto di origine solare con il plasma interstellare, ioni riflessi dalle onde d’urto potrebbero essere accelerati lungo le linee del campo magnetico interstellare, József Kóta, L. F. Burlaga, Lancio Voyager 1 agosto 1977, Lancio Voyager 2 settembre 1977, linee del campo magnetico interstellare, linee di forza del campo magnetico nel mezzo interstellare:, MEDIA INAF, mezzo interstellare, modello che descrive l'interazione delle onde d’urto di origine solare con il plasma interstellare, N. F. Ness, N. Lal, onda d’urto interstellare, onde d'urto solari, oscillazioni delle onde di plasma, plasma interstellare, primo rilevamento di raffiche di elettroni di raggi cosmici, R. B. Decker, radiazione cosmica che proviene dai brillamenti stellari, radiazione cosmica che proviene dalle stelle che esplodono, raffiche di elettroni di alta energia, raffiche di elettroni di alta energia (circa 5–100 MeV), raggi cosmici, Randy Jokipii, S. M. Krimigis, Università dello Iowa, Vento interstellare, Vento solare, Voyager, Voyager 1, Voyager 1 ha varcato l’eliopausa il 25 agosto 2012, Voyager 2, Voyager 2 ha lasciato l’eliosfera il 5 novembre 2018, W. S. Kurth
Gen 21 2021
Athena allo specchio
- Archiviato sotto Astronautica, Athena, Telescopi spaziali
La calibrazione dello specchio per raggi X del futuro telescopio spaziale Athena dell’Esa avrebbe richiesto, con tecniche tradizionali, un laboratorio lungo 800 metri. Grazie a un progetto a guida Inaf che impiega un secondo specchio usato al contrario, sarà invece possibile compierla in un cilindro da appena 7 metri di base per 20 d’altezza. La …
- Alberto Moretti, ATHENA, ATHENA in L2, attraversati in senso opposto potranno compiere l’operazione inversa – ovvero, Bosisio Parini (LC), calibrazione degli specchi, calibrazione dello specchio per raggi X, cilindro – la camera a vuoto – da 7 metri di base per 20 di altezza, cilindro da appena 7 metri di base per 20 d’altezza, durare in tutto una ventina di mesi, ESA, fascio realmente parallelo di raggi X, Hubble a 500 km dalla terra, inserire fra la sorgente che emette i raggi X e lo specchio da calibrare un “telescopio al contrario”, laboratorio interamente dedicato alla calibrazione del suo specchio, laboratorio lungo 800 metri con tecniche tradizionali, Lancio di ATHENA fine 2032, MEDIA INAF, Media Lario, OAB, porre la sorgente nel fuoco di un altro specchio X, postare poco a poco il fascio con un meccanismo di precisione, raster scan, rendere perfettamente paralleli i raggi emessi dalla sorgente di calibrazione, Riparazione specchio di Hubble, Sax, secondo specchio usato al contrario, simulazione il flusso di fotoni provenienti da sorgenti astronomiche, sistema di misura del laboratorio, società Eie e Media Lario, sorgente a 500 metri di distanza dagli specchi, sorgente X posta a circa 120 metri di distanza, Specchio di ATHENA, studi di ingegneria Bcv e Gpap, SWIFT/X, Telescopio a raggi X, Telescopio spaziale Athena, Telescopio X, tra la sorgente e lo specchio è necessario creare il vuoto, Vert-X, XMM-Newton
Gen 12 2021
Giappone e Cina campioni extraterrestri
- Archiviato sotto (162173) Ryugu, Asteroidi, Astronautica, Chang'e-5, Esplorazioni lunari, Hayabusa2, Luna, Operativi, Planetologia, Spacecraft
Ancora poche ore e la capsula della missione della Jaxa Hayabusa2, contenente materiale raccolto sull’asteroide Ryugu, dovrebbe toccare il suolo australiano. È previsto invece per metà dicembre il rientro della missione cinese Chang’e-5, con a bordo 2 kg di rocce lunari Dopo un luglio marziano, anche dicembre si annuncia un mese spaziale. L’estate scorsa, nell’arco …
- 2 Kg di rocce lunari, Agenzia spaziale cinese, agenzia spaziale giapponese, Al Amal, Allunaggio Chang'e 5 Martedí 1 Dicembre 2020, Bandiera Cinese sulla Luna, campioni di materiale extraterrestre, Chang’e 5 lanciata il 23 novembre 2020, Chang'e-5, Cina, CNSA, Decollo dal suolo lunare dopo 40 anni, docking robotico in orbita lunare, Emirati Arabi, Giappone, Hayabusa 2, Hayabusa2 raggiungerà l’asteroide 1998 KY26, JAXA, Lander Chang'e 5, Luglio 2020 mese di Marte, Luna 24, Oceanus Procellarum, Perseverance, Raccolta di 2Kg di campioni lunari, rendezvous con Chang'e-5, Rientro Chang'e-5 previsto Mercoledí 16 Dicembre 2020, Rientro Hayabusa2 Sabato 5 dicembre 18:47, Ripartenza dalla Luna Chang'e-5 Giovedì 3 dicembre 16:10, Ryugu, Sgancio capula dalla sonda 5.12.20 6:30, Tianwen-1, Woomera Prohibited Area
Gen 12 2021
Dati antichi per occhi nuovi: la parallasse di Vega
- Archiviato sotto Altro..., Astrometria, Parallasse, Storia dell'Astronomia
Analizzando con tecniche moderne le prime misure di parallasse che, negli anni Trenta dell’Ottocento, avevano permesso di stimare per la prima volta le distanze stellari, due ricercatori hanno chiarito alcuni dubbi che ancora aleggiavano su queste osservazioni fondamentali per la storia dell’astronomia. Lo studio è apparso sulla rivista tedesca Astronomische Nachrichten – la stessa che …
- 1837, 1838, 61 Cygni, Astrometria, Astronomische Nachrichten, Bar(E) and Spiral StructurE Legacy survey, Cataloghi astronomici, chiarificando alcune incongruenze tra i dati antichi e quelli più recenti, combinato tra loro oltre cento osservazioni effettuate utilizzando un eliometro, distanza dalle stelle, Friedrich Georg Wilhelm von Struve, Friedrich Wilhelm Bessel, GAIA, Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, impatto della variazione di temperatura, John Herschel, Joseph von Fraunhofer, Karl M. Menten, Karl Menten, Mark J. Reid, Mark Reid, Max Planck Institute for Radio Astronomy, MEDIA INAF, Misure di distanza, misure di parallasse, Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, Museo della Specola di Bologna, Parallasse, Parallasse di 61 Cygni, Parallasse di Alfa Centauri, parallasse di Vega, parallasse di Vega con stima preliminare molto simile al valore attuale, prima misura ufficiale della parallasse astronomica, progetto Bessel, Scoperta attribuita a Bessel nel 1828, Stellarum duplicium et multiplicium mensurae micrometricae, stimare per la prima volta le distanze stellari, Stime ottimistiche dell'incertezza delle misure di Struve e Henderson, Storia dell'Astronomia, struttura a spirale della Via Lattea, Struve e Henderson hanno sottovalutato l’effetto della temperatura sulle misure, telescopio parallattico da 3 piedi, The first stellar parallaxes revisited, Thomas Henderson, tutte e tre le misure erano effettivamente significative, Very Long Baseline Array, VLBA
Gen 11 2021
C’è la conferma: 2020 SO è un vecchio razzo
- Archiviato sotto Asteroidi, Astronautica, Atlas-Centaur, Corpi minori del Sistema solare, Launcher, NEO e meteoriti, Planetologia, Storia delle esplorazioni spaziali, Surveyor 2
Due team di astronomi hanno compiuto osservazioni spettroscopiche sull’ex asteroide near-Earth 2020 SO e hanno scoperto che la luce solare riflessa è compatibile con quella che ci si può aspettare dalla superficie metallica di un vecchio razzo che ha trascorso 54 anni nello spazio. Queste osservazioni confermano i risultati già ottenuti analizzando i residui dell’orbita …
- (15) Eunomia, 1 dicembre a circa 55mila km dalla Terra, 17 settembre 2020, 2010 KQ, 2020 SO, 2020 SO è più rosso di Eunomia, 2020 SO è un razzo Centaur invecchiato dall’esposizione spaziale, 54 anni nello spazio, acciaio inossidabile 301, ampiezza di ben 3 magnitudini, asteroide 2020 SO, Astrofili, Astronomer Telegram, Atlas-Centaur, Benjamin Weiner, Binospec, bombardamento continuo da parte dei raggi cosmici e della radiazione UV X e gamma solare, booster Centaur negli anni ’60, composizione degli asteroidi near-Earth, corpo estremamente allungato, curva di luce di 2020 SO, forza di tipo non-gravitazionale, G. D. Cassini” di Loiano dell’Inaf Oas di Bologna, Gemini North a Maunakea HW USA, Great Shefford Observatory, InfraRed Telescope Facility, lanciato dalla Nasa nel 1966, Large Binocular Telescope, LBT, Loiano, Lunar and Planetary Laboratory, MEDIA INAF, missione lunare Surveyor 2, Mmt Observatory, Multiple Mirror Telescope, NASA IRTF, orbita dell’oggetto appariva soggetta sia alla gravità solare e terrestre sia alla pressione della radiazione solare, orbita terrestre di 2020 SO fino a febbraio 2021, osservazioni spettroscopiche su luce solare riflessa, Pan-Starrs 1, passaggio al perigeo di 2020 SO, periodo di rotazione di soli 9.4 s, Peter Birtwhistle, pressione della radiazione solare, primo passaggio al perigeo, rapporto superficie/massa molto elevato, razzo vuoto all’interno, secondo stadio di un razzo, spettro dell’asteroide di tipo S, spettro di un razzo Centaur D del 1971, superficie metallica di un vecchio razzo, superficie metallica esposta per anni nello spazio, Surveyor 2, Surveyor 2 si schiantò sulla Luna, Università dell’Arizona, University of Hawaii Institute for Astronomy / Michael Connelley, vecchio razzo, Vishnu Reddy
Gen 11 2021
Hubble e la nebulosa sbiadita
- Archiviato sotto Astronautica, Evoluzione stellare, Fisica stellare, HST, Nane bianche, Nebulose, Telescopi spaziali
I dati di archivio del telescopio spaziale Hubble rivelano che la nebulosa Hen 3-1357, soprannominata nebulosa Razza, negli ultimi due decenni è sbiadita precipitosamente, stagliandosi con difficoltà dalle profondità dell’Universo. Assistere a un tasso di cambiamento così rapido in una nebulosa planetaria è senza precedenti L’universo è in continua evoluzione, si trasforma, crea nuove strutture che …
- B. Balick (Università di Washington), bordi ondulati praticamente scomparsi, breve e repentina fusione dell’elio, Bruce Balick, da Gigante blu a nana bianca, Durata dei processi nell'Universo, ESA, evoluzione della Nebulosa Razza, gas espulso dalla stella morente al centro della nebulosa, Hen 3-1357, HST, I gusci di gas blu brillante all’interno della nebulosa sono quasi completamente scomparsi, Instituto de Astrofísica de Andalucía di Granada, L’emissione di ossigeno ha diminuito la sua luminosità di quasi 1000 volte, le nebulose di solito diventano più grandi, le osservazioni effettuate dal 1971 al 2002 hanno mostrato come la sua temperatura sia aumentata fino a diventare quasi dieci volte più calda della superficie del Sole, Luce emessa dal gas incandescente composto da N H e O, M. Guerrero (Instituto de Astrofísica de Andalucía) e G. Ramos-Larios (Universidad de Guadalajara), Martin Guerrero, MEDIA INAF, NASA, nebulosa che cambia forma in 20 anni, nebulosa che ha ridotto drasticamente la sua luminosità, nebulosa Razza, Nebulosa Razza nel 1996 e 2016, nebulosa sbiadita in 20 anni, Nebulosa sbiadita in pochi decenni, Nebulose planetarie, Nicole Reindl, particolare processo di evoluzione della stella, Perdita di luminosità rapida in nebulose planetarie, proprietà della stella morente al centro della nebulosa Razza, SAO 244567, telescopio spaziale Hubble, Università di Leicester, Università di Washington
Gen 11 2021
Viaggio all’origine del ferro
- Archiviato sotto Astrofisica extragalattica, Fisica stellare, Galassie attive, Ipergiganti rosse, Nucleosintesi stellare, Quasars, Stelle di Wolf-Rayet, Supernove Nove e Ipernove
Lo spettrografo Winered del telescopio Ntt è stato utilizzato per osservare l’abbondanza di elementi chimici pesanti – come ferro e magnesio – nei quasar luminosi più lontani. Queste fabbriche primordiali di elementi pesanti – grazie alle loro stelle massicce e supernove – già 2.4 miliardi di anni dopo il Big Bang ne avrebbero prodotti in …
- 2.4 Gy dopo il big bang, abbondanza di elementi chimici pesanti, abbondanza di Fe e Mg, abbondanze chimiche dei quasar lontani, Akira Arai, aumento della statistica osservativa dei quasar lontani, Blr, BLR dei quasar, Broad line region, Chikako Yasui, circolazione gas primordiali, elementi pesanti nei quasar luminosi nell’universo primitivo, energia termica e cinetica all’universo primitivo, ESO NNT, Esplosione di una stella massiccia, fabbriche universali e primordiali del ferro, Fe e Mg nei quasar, Fe originato da supernovae di tipo Ia, Giuseppe Bono, Hideyo Kawakita, Hiroaki Sameshima, il ferro sia prerogativa delle stelle più massicce, Il rapporto Mg/Fe é lo stesso da 11 Gya, impronte chimiche presenti nella luce emessa da corpi lontani, Ivo Saviane, Kei Fukue, La stella termina la sua vita con la produzion e del Fe, la storia associata alla formazione e all’evoluzione delle stelle massicce è destinata a guidare l’evoluzione chimica, MEDIA INAF, Metalli pesanti in quasar di piú di 10 Gya, Mg II and Fe II fluxes of luminous quasars at z ~ 2.7 and evaluation of the Baldwin effect in the flux-to-abundance conversion method for quasars, Misaki Mizumoto, modelli di evoluzione chimica dell’universo, Naoto Kobayashi, New Technology Telescope, Noriyuki Matsunaga, NTT, Origine del Fe 11.3 Gya, Origine del Ferro, origine di quelle stelle che per prime hanno cominciato a illuminare l’universo, quasar di 11.3 Gya, quasar lontani, rapporto Fe/Mg dei quasar, Satoshi Hamano, SDSS, Shogo Otsubo, sintesi di elementi ancora più pesanti, Sohei Kondo, stella necessita un contributo energetico esterno, Stelle massicce, stelle primordiali originatesi 13.3 Gya, Supernove, Supernove da stelle massicce responsabili della produzione di elementi transferrici, Telescopio TAO, Tokyo Atacama Observatory, università di Tokyo, Winered, Yuji Ikeda, Yuzuru Yoshii
Gen 09 2021
Pulizie in orbita
- Archiviato sotto Astronautica, Clearspace, Futuri, Spacecraft, Spazzatura spaziale, Varie
Mentre sulla rivista Advances in Space Research vengono pubblicate, da un gruppo di ricercatori della Bauman Moscow State Technical University, le linee guida per rimuovere i detriti spaziali, l’Esa firma un contratto da 86 milioni di euro con un team industriale guidato dalla start-up svizzera ClearSpace per iniziare a ripulire lo spazio già dal 2025 …
- 160 stadi di veicoli (da 1.1 a 9 tonnellate ciascuno) sono situati in orbite basse vicino alla Terra cioè a un’altezza da 600 a 2000 chilometri, 350 chili di carburante, Active Debris Removal/ In-Orbit Servicing, Advances in Space Research, Agenzia spaziale europea, Al lancio il peso totale di un raccoglitore di veicoli spaziali dovrebbe essere compreso tra 8 e 12 tonnellate, all’altezza di 35786 chilometri gli oggetti più potenzialmente pericolosi sono 87 booster ciascuno con un peso tra 3.2 e 3.4 tonnellate, altri detriti spaziali, Andrei Baranov, Bauman Moscow State Technical University, bracci robotici per riuscire a catturarlo, carro attrezzi spaziale, ClearSpace 1, collettore di veicoli spaziali per orbite basse, controllo del movimento di veicoli spaziali, da 8 a 12 moduli motorizzati, dai 50 ai 70 chili di carburante, Detriti spaziali, Dmitry Grishko, ESA, fino a 1000 chilometri di altezza, Germania, Grigory Shcheglov, il raccoglitore di detriti dovrebbe funzionare come un rimorchio per la spazzatura spaziale, lanciata in un’orbita inferiore di 500 chilometri, Lancio ClearSpace 2025, Mr Wolf, nel 2018 ad esempio sono comparsi oltre 1000 nuovi frammenti, obiettivo Vespa di ClearSpace-1, orbita di servizio 800 chilometri di quota, orbita di smaltimento, orbita di smaltimento a circa 800 chilometri di quota, orbita geostazionaria, orbite vicine alla Terra, per orbite geostazionare ci vorrebbe un numero di collettori 3-4 volte maggiore per pulire l’orbita, Polonia, Portogallo, potrebbe funzionare fino a 15 anni e trasferire da 40 a 45 detriti spaziali nell’orbita di smaltimento, primo obiettivo particolarmente adatto al test, processo di posizionamento di stadi di veicoli spaziali, progetto Adrios, programma Clean Space, pulire le orbite inferiori con un veicolo spaziale dotato di moduli con unità motrici a bordo, Pulizie in orbita, Regno Unito, Repubblica Ceca, ripetitori, ripulire le orbite basse è molto più difficile, Romania, Roscosmos, Space debris, Spazzatura spaziale, start-up svizzera ClearSpace, Stazione Spaziale Internazionale, Svezia, Svizzera, un aereo sarebbe in grado di spostare solo 8-12 oggetti da orbite inferiori, Università Rudn, Vega Secondary Payload Adapter, veicoli spaziali fuori servizio, veicolo collettore, veicolo spaziale in grado di trainarli fino all’orbita di smaltimento, Vespa, Zenit-2
Gen 09 2021
Nucleosintesi, la ricetta segreta delle supernove
- Archiviato sotto Altro..., Astrochimica, Esobiologia, Fisica nucleare e subnucleare, Fisica stellare, Nucleosintesi stellare, Supernove Nove e Ipernove
Un nuovo studio sul processo “tre-alfa”, guidato da ricercatori della Michigan State University, potrebbe rivoluzionare le conoscenze che stanno alla base dei processi di nucleosintesi che governano le supernove durante la loro drammatica esplosione. I risultati sono stati pubblicati su Nature Una delle citazioni più famose del noto scienziato e scrittore Carl Sagan era “The …
- Abbondanza del C12 98.6%, abbondanza sulla Terra di alcuni isotopi di rutenio e molibdeno, accelerare la reazione del processo tre-alfa mette un freno alla capacità della supernova di creare elementi più pesanti sulla tavola periodica, accelerazione delle reazioni 3-alfa con protoni in eccesso, Carl Sagan, Contaminazione mezzo interstellare con elementi pesanti, effetti accelerati causati dal processo tre-alfa, Enhanced triple-α reaction reduces proton-rich nucleosynthesis in supernovae, Facility for Rare Isotope Beams, Fondere insieme tre particelle-alfa di solito è un processo inefficiente, formazione di alcuni degli elementi pesanti presenti sulla Terra, FRIB, He4+He4+He4=C12+γ, Hendrik Schatz, Joint Institute for Nuclear Astrophysics – Center for the Evolution of the Elements, L’universo è dentro di noi. Siamo fatti della stessa materia delle stelle, Luke Roberts, MEDIA INAF, Michigan State University, modellare l’ambiente all’interno di una supernova, Nature, Nucleosintesi, Nucleosintesi nelle supernove, Nucleosintesi stellare, Processo tre-alfa, Produzione di isotopi di Ru e Mo, quantità insolitamente elevate di alcuni isotopi del rutenio e molibdeno, questo risultato contraddica le nozioni che sono alla base della creazione degli elementi chimici nell’universo, regioni più interne delle supernove possono essere ricche di protoni in eccesso, regioni più interne delle supernove possono forgiare atomi di carbonio almeno dieci volte più velocemente di quanto si pensasse in precedenza, Sam Austin, Supernove, team Spartan, the triple-α reaction
Gen 09 2021
Gaia Early Dr3, il miglior catalogo stellare di sempre
- Archiviato sotto Astrofisica galattica, Astrometria, Astrometria a grandi distanze, Astrometria relativistica, Astronautica, Cataloghi astronomici, Evoluzione galattica, GAIA, Galassie satellite, Grande nube di Magellano, Operativi, Piccola nube di Magellano, Spacecraft, Storia della Via Lattea
Rilasciato oggi il nuovo catalogo astronomico della missione Gaia dell’Agenzia spaziale europea, che vede una forte partecipazione dell’Agenzia spaziale italiana e dell’Istituto nazionale di astrofisica. Basato sui primi 34 mesi di osservazioni del satellite, questo catalogo 3D di quasi 2 miliardi di stelle supera in precisione la versione precedente, svelando dettagli mai visti finora sul …
- ’identikit completo di oltre 330mila stelle nei “dintorni” del Sole, 1.5 petabyte, 1.6 milioni di quasar, 1811709771 stelle catalogate da Gaia, 330 anni-luce, A. Moitinho, a(SS)=7mm/sy, A&A, accelerazione del Sistema solare nel suo moto intorno al centro della Via Lattea, ALTEC, ASI, Asi Space Science Data Center, Astronomy & Astrophysics, Barbara Negri, Cataloghi astronomioci, catalogo 3D, catalogo esteso di asteroidi nel Sistema solare, Catalogo Gaia 2018, censimento più dettagliato a oggi della Via Lattea, centro di processamento dati a Torino, classificazione dei sistemi binari di stelle, colori, Data Processing and Analysis Consortium (Dpac), distanza di 100 parsec, distribuzione 3D, DPAC Consortium, Early Data Release 3, Early Dr3, EDr1 2016, EDr2 2018, EDr3, EDr3 2020, ESA, ESA GAIA, Esa/Gaia/DPAC, fino alla fine del 2025, formazione ed evoluzione della via lattea, forte riduzione degli effetti sistematici, GAIA, Gaia Collaboration, Gaia Data Processing Center, Gaia Dr3, Gaia Dr3 2022, Gaia Early Data Release 3: Structure and properties of the Magellanic Clouds, Gaia EDr2, Gaia EDr3, Gaia lanciata nel 2013, gea.esac.esa.int/archive, Grande nube di Magellano, Inaf, INAF- OATo, la più accurata mappa tridimensionale della nostra galassia, Laurent Chemin, luminosità, mappa più precisa mai realizzata della nostra galassia, Mario Lattanzi, MEDIA INAF, miglior catalogo astrometrico e fotometrico stellare di sempre., misure delle distanze stellari, misure di luminosità e colore, misure moti propri stellari, moti stellari, movimenti oscillatori delle stelle nelle frange più esterne della Via Lattea, Nubi di Magellano, OABo, OAC, OACt, OAPd, OArcetri, OARm, OATe, OaTO, oltre un miliardo e mezzo di stelle, ore 12:00 del 3 dicembre 2020, piano della Via Lattea, Piccola nube di Magellano, ponte fra le due nubi di Magellano, ponte” di stelle che dalla Piccola Nube fluiscono verso la Grande Nube., posizioni, posizioni delle stelle, precisione ancora più elevata – del 30 per cento sulle distanze e del 50 per cento sui moti stellari, primi 34 mesi di osservazioni, proprietà stellari, rotazione delle stelle nella Grande Nube di Magellano, sistemi di stelle doppie, SSDC, stelle fino a un milione di volte più fioche di quelle visibili ad occhio nudo, storia di oltre 13 miliardi di anni dell’universo, tutta la galassia e oltre, University of Lisbon, validazione astrometrica, versione completa del terzo catalogo Gaia Dr3, X.Luri
Gen 08 2021
La vita sotto Marte
- Archiviato sotto Altro..., Esobiologia, Esogeologia, Esplorazioni su Marte, Evoluzione planetaria, Fisica stellare, Marte, Planetologia, Protostelle, Vita su Marte
Uno studio condotto dalla Rutgers University ha concluso che su Marte, tra 3.7 e 4.1 miliardi di anni fa, il calore geotermico potrebbe aver garantito le condizioni necessarie per lo scioglimento del ghiaccio nel sottosuolo, rendendo la regione a qualche chilometro al di sotto della sua superficie, abitabile. Tutti i dettagli su Science Advances Uno …
- 4 miliardi di anni fa, Abitabilità del sottosuolo di Marte, acqua liquida potrebbe essere stata stabile solo a grandi profondità, acqua liquida su un Marte freddo e gelido, Anidride Carbonica, Artico canadese, atmosfera marziana primordiale, Attività idrotermale su Marte, calore geotermico elevato su Marte primordiale, calotta glaciale dell’Antartico occidentale, Cc By-Sa 3.0 igo, condizioni necessarie per lo scioglimento del ghiaccio nel sottosuolo, Dao Vallis, decadimento radioattivo, Era Noachiana, Esa/Dlr/Fu Berlin, fusione di spesse lastre di ghiaccio sotterranee, Gas serra, Groenlandia, il sottosuolo potrebbe rappresentare l’ambiente abitabile più longevo, laghi subglaciali, Lujendra Ojha, Marte, Marte caldo e umido, MEDIA INAF, Mercurio, paradosso del giovane Sole debole, perdita del campo magnetico di Marte, Potassio, reazioni acqua-roccia, Rutgers University, Rutgers University-New Brunswick, Science Advances, scioglimento del ghiaccio nel sottosuolo, scioglimento superficiale delle spesse lastre di ghiaccio alimentato dal calore geotermico, Sole più debole del 30% 4 miliardi di anni fa, Terra, torio, Tra 3.7 e 4.1 miliardi di anni fa, Uranio, Vapore acqueo, Venere, vita sotto Marte