La Nasa contribuirà a due nuove missioni per il monitoraggio dello space weather, l’insieme di processi che nascono dall’interazione dell’ambiente spaziale con il nostro pianeta. Saranno due preziosi alleati per comprendere le connessioni tra il Sole, lo spazio e la Terra Euvst (Extreme UltraViolet high-throughput Spectroscopic Telescope epsilon mission) ed Ezie (Electrojet Zeeman Imaging Explorer) …
Tag: NASA
Mar 06 2021
Due sentinelle per il meteo spaziale
- Archiviato sotto Astronautica, Aurore polari, Corona solare, Cromosfera, EUvST, EZIE, Fisica Solare, Futuri, Metereologia spaziale, Spacecraft, Vento solare
- Alessandro Bemporad, analisi spettroscopiche dell’atmosfera solare all’ultravioletto, CNES, CNR, Connessioni Sole Spazio Terra, correnti elettriche nell’atmosfera terrestre, correnti elettriche site tra i cento e i centocinquanta chilometri di altitudine, CubeSat, divisione di eliofisica della Nasa, DLR, effetti dei venti solari sui pianeti, electrojet aurorali, Electrojet Zeeman Imaging Explorer, emissione spettroscopica della cromosfera e della corona solare, eruzioni di materiale verso lo spazio interplanetario, ESA, EUvST, Extreme UltraViolet high-throughput Spectroscopic Telescope epsilon mission, EZIE, INAF- OATo, interazione dell’ambiente spaziale con la Terra, interazione tra le particelle cariche provenienti dal Sole e la magnetosfera terrestre, JAXA, Lancio EZIE 2024, legame tra le aurore polari e il campo magnetico della Terra, Magnetosfera, MEDIA INAF, Meteorologia spaziale, missioni per lo studio dell’ambiente spaziale, modalità con cui l’atmosfera solare rilascia il vento solare e innesca eruzioni di materiale verso lo spazio interplanetario, monitoraggio solare, NASA, NASA/JAXA, Peg Luce, problema fondamentale del riscaldamento della corona solare, SEFRI, Solar-C, Solar-C_Euvst, Sole spazio e la Terra come un sistema interconnesso, Sonde di monitoraggio space weather, Space Weather, telescopio solare EUvST, UKSA, UniPd, venti solari, Vento solare
Gen 11 2021
Hubble e la nebulosa sbiadita
- Archiviato sotto Astronautica, Evoluzione stellare, Fisica stellare, HST, Nane bianche, Nebulose, Telescopi spaziali
I dati di archivio del telescopio spaziale Hubble rivelano che la nebulosa Hen 3-1357, soprannominata nebulosa Razza, negli ultimi due decenni è sbiadita precipitosamente, stagliandosi con difficoltà dalle profondità dell’Universo. Assistere a un tasso di cambiamento così rapido in una nebulosa planetaria è senza precedenti L’universo è in continua evoluzione, si trasforma, crea nuove strutture che …
- B. Balick (Università di Washington), bordi ondulati praticamente scomparsi, breve e repentina fusione dell’elio, Bruce Balick, da Gigante blu a nana bianca, Durata dei processi nell'Universo, ESA, evoluzione della Nebulosa Razza, gas espulso dalla stella morente al centro della nebulosa, Hen 3-1357, HST, I gusci di gas blu brillante all’interno della nebulosa sono quasi completamente scomparsi, Instituto de Astrofísica de Andalucía di Granada, L’emissione di ossigeno ha diminuito la sua luminosità di quasi 1000 volte, le nebulose di solito diventano più grandi, le osservazioni effettuate dal 1971 al 2002 hanno mostrato come la sua temperatura sia aumentata fino a diventare quasi dieci volte più calda della superficie del Sole, Luce emessa dal gas incandescente composto da N H e O, M. Guerrero (Instituto de Astrofísica de Andalucía) e G. Ramos-Larios (Universidad de Guadalajara), Martin Guerrero, MEDIA INAF, NASA, nebulosa che cambia forma in 20 anni, nebulosa che ha ridotto drasticamente la sua luminosità, nebulosa Razza, Nebulosa Razza nel 1996 e 2016, nebulosa sbiadita in 20 anni, Nebulosa sbiadita in pochi decenni, Nebulose planetarie, Nicole Reindl, particolare processo di evoluzione della stella, Perdita di luminosità rapida in nebulose planetarie, proprietà della stella morente al centro della nebulosa Razza, SAO 244567, telescopio spaziale Hubble, Università di Leicester, Università di Washington
Dic 18 2020
Il quasar che sopravvive al banchetto del buco nero
- Archiviato sotto Astrofisica extragalattica, Astrofisica galattica, Astronautica, Buchi neri supermassicci, Evoluzione galattica, Evoluzione stellare, Fisica stellare, Galassie attive, Quasars, SOFIA, Telescopi spaziali
Da un Boeing 747, Sofia della Nasa ha studiato un quasar freddo a 5.25 miliardi di anni luce di distanza, nel quale la nascita delle stelle sembra coesistere con il vorace banchetto del buco nero centrale. Si tratta della prima volta che i ricercatori esaminano in dettaglio un quasar freddo, misurando la crescita del buco …
- ’Università di Miami, 5.25 Gal, Alessandro Peca, Allison Kirkpatrick, Astrophysical Journal, breve finestra in cui coesistono sia il buco nero che la crescita delle stelle, buchi neri che divorano la galassia ospitante, Buco nero supermassiccio, C. Megan Urry, c’è un periodo relativamente breve in cui la nascita delle stelle nella galassia può coesistere con il banchetto del buco nero, Centro aerospaziale tedesco, concentrazione di gas freddo, Cq4479, Cq4479 fa nascere 100 stelle solari l'anno, Crescita del buco nero, DIR, Dying of the Light: An X-Ray Fading Cold Quasar at z ~ 0.40, Eilat Glikman, emissione della materia che cade nel buco nero centrale, Emissione di radiazione X rivela una forte attività di AGN, Evoluzione galattica, fase iniziale della morte di una galassia, fase peculiare di un quasar freddo, forte emissione stellare e una grande riserva di gas pronta a formare nuove stelle, Hawc+/SOFIA, High-resolution Airborne Wideband Camera-Plus, Hugo Messias, i quasar si formano quando un buco nero particolarmente attivo consuma enormi quantità di materiale dalla galassia circostante, Il feedback dell'AGN agisce sulla formzione stellare, il materiale in caduta nel buco nero si riscalda ed emette luce, Jason Brewster, Jonathan R. Trump, Kevin C. Cooke, Kevin Cooke, l’energia rilasciata riscaldi o espella il gas freddo necessario per creare stelle inibendone la nascita e dando un colpo letale alla crescita di una galassia, l’intensa energia del quasar non è riuscita a devastare tutto il gas freddo, l’universo oggi è dominato da galassie che non formano più stelle, la crescita dei buchi neri attivi non inibisce istantaneamente la nascita delle stelle, La sopravvivenza continuerà finchè il buco nero e la galassia triplicheranno in massa, MEDIA INAF, Michael Estrada, NASA, Nico Cappelluti, origine dei quasar, Quasar, Quasar che trattiene gas freddo, Quasar freddo, Quasar sopravvissuti al buco nero, rilevazione luce infrarossa irradiata dalla polvere riscaldata dal buco mero, Sofia, Stephanie LaMassa, stima quantità di formazione stellare negli ultimi 100 Ma, Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy, studio sulla nascita delle stelle in Cq4479 senza essere sopraffatto dall’intensa luminosità del quasar, T. K. Daisy Leung, tasso di natalità delle stelle, tasso di natalità delle stelle in un quasar freddo, teorie dell'evoluzione delle gslassie, Tonima Tasnim Ananna, Tracey Jane Turner, Università del Kansas
Dic 15 2020
Mitocondri, tallone d’Achille degli astronauti
- Archiviato sotto Astronautica, Esobiologia, Mars direct, Missioni con equipaggio, Vita umana nello spazio
Uno studio pubblicato ieri nella rivista Cell utilizza e combina diverse analisi “omiche” raccolte in decenni di esplorazione spaziale per comprendere gli effetti di microgravità e raggi cosmici sulla salute degli astronauti. Per la prima volta gli scienziati hanno individuato una causa sistemica che spiegherebbe diverse disfunzioni dell’organismo – dalla perdita di tessuto osseo e …
- 13 diversi tessuti, 2 diversi ceppi di topo, Adrienne Nugent, Afshin Beheshti, alterazione nella funzionalità mitocondriale, alterazioni nella distribuzione delle cellule immunitarie che si sono verificate in Scott, analisi omiche, Benjamin Stear, Brian Crucian, campioni di sangue e metaboliti dell’urina raccolti da 59 astronauti, causa fisiologica che accumunasse i sintomi registrati, Cell, Cem Meydan, Christopher E. Mason, coenzima Q10, Comprehensive Multi-omics Analysis Reveals Mitochondrial Stress as a Central Biological Hub for Spaceflight Impact, condizioni di salute e i rischi connessi alla permanenza nello spazio, consumo dell’apporto energetico consigliato, Contromisure per contrastare gli effetti negativi del volo spaziale, CoQ10, danni cardiovascolari, database completo che include informazioni provenienti da studi su animali, dati “omici”, dati metabolici di urine e sangue dei 59 astronauti, Deanne Taylor, disfunsioni mitocondriali, disfunzioni del sistema nervoso centrale, disfunzioni immunitarie, Dong Wang, Douglas C. Wallace, effetti di microgravità, effetti di raggi cosmici, epigenomici, esercizio fisico, esplorazione umana dello spazio, Evagelia C. Laiakis, farmacoterapia, fenomeni di immunità innata, Gary Hardiman, gemelli identici Scott e Mark Kelly, GeneLab, gli effetti del volo spaziale sono più evidenti nelle cellule isolate che negli organi interi, Helio A. Costa, Hossein Fazelinia, i muscoli perdono di tono, il fegato subisce cambiamenti maggiori e diversi a livello genetico e nella conseguente espressione proteica rispetto ad altri organi, il sistema muscolo-scheletrico non è più in grado di sostenere il peso inferto dalla ritrovata gravità, infiammazione cronica, interventi nutrizionali, intervista al primo autore dello studio, J. Tyson McDonald, Jeffrey S. Willey, Jonathan C. Schisler, Jonathan Foox, Kathleen M. Fisch, Komal S. Rathi, Larry N. Singh, lesioni alla retina, malattie degli astronauti, Man S. Kim, Matthew MacKay, MEDIA INAF., metabolomici, Missioni umane di lunga durata, Mitocondri, mutazioni nel ciclo cellulare, mutazioni nel ritmo circadiano, mutazioni nel sistema immunitario, mutazioni nelle funzioni olfattive, Nandan S. Gokhale, NASA, Nasa Twin Study, Nicolae Sapoval, nterventi nutrizionali e farmaceutici, omeostasi, patologie del fegato e abbiamo visto che erano causate da meccanismi legati ai mitocondri, pazienti con patologie mitocondriali primarie, perdita della vista, perdita di massa ossea, perdita di tessuto osseo, perturbazione dei ritmi circadiani, prima missione umana su Marte, problemi agli occhi, problemi cardiovascolari ed epatici, procedure o interventi nutrizionali e terapeutici volti a mantenere la salute ridurre i rischi e migliorare la sicurezza, proteomici, quantitativi relativi ai cambiamenti nei tessuti e nelle cellule, quattro modelli di cellule umane, R.A. Leo Elworth, regolazione mitocondriale, ritorno dell’uomo sulla Luna, Robert Meller, Sara Brin Rosenthal, Sara R. Zwart, Scott M. Smith, significativa alterazione nei processi mitocondriali, Sonja Schrepfer, soppressione mitocondriale, sovracompensazione, Space Biosciences Division, Stacy M. Horner, Stazione Spaziale Internazionale, Susana Zanello, Sylvain V. Costes, terapeutica nutrizionale mitocondriale, tessuti differenti di topi che hanno volato nello spazio in due diverse missioni, Todd Treangen, trascrittomici, un aumento del rischio di contrarre tumori, vita umana nello spazio, volo spaziale influisca sulla funzione mitocondriale a livello genetico proteico e metabolico della biologia cellulare tissutale e organica, Willian A. da Silveira, Yared Kidane, Yuanchao Zhang, Yue Ying
Dic 15 2020
Il Sole trema? Macchie solari in arrivo
- Archiviato sotto Eliosismologia, Fisica Solare, Macchie solari, Metereologia spaziale
Grazie all’eliosismologia, una tecnica sviluppata dagli scienziati del National Solar Observatory statunitense negli anni Novanta, è possibile rilevare come le onde sonore interagiscano con la struttura interna del Sole, in particolare con i campi magnetici, e prevedere con qualche giorno di anticipo la comparsa di macchie solari Grande macchia solare in arrivo per il Giorno …
- Alexei Pevtsov, Alterazione onde acustiche in presenza di macchie solari, Ar 2786, Campo magnetico solare deforma le onde acustiche, Eliosismologia, eliosismologia sonda la parte a noi nascosta del Sole studiando le onde acustiche (oscillazioni) che si propagano nel plasma solare, Giovedí 26 novembre 2020, Global Oscillation Network Group, il Sole ruota intorno al proprio asse in circa 25 giorni all’equatore e 32 giorni ai poli, il Sole si sta risvegliando, Integrated Synoptic Program, Interazione onde sonore con campi magnetici solari, Interazione onde sonore con struttura interna del Sole, macchie solari, macchie visibili nel lembo solare orientale, Mauro Messerotti, MEDIA INAF, Metereologia spaziale, misurazioni delle onde sonore del Sole, NASA, National Solar Observatory, NSO, Nso / Aura / Nsf, nuovo ciclo solare, Onde acustiche inalterate in assenza di macchie solari, Previsione comparsa macchie solari, Previsione macchie solari sulla faccia opposta del Sole, Previsioni di macchi solari con 5 g di anticipo, regione attiva Ar 2786, Rete GONG, sistema Gong, Solar Dynamics Observatory (Sdo), Space Weather, tempeste solari, Thanksgiving's sunspot 2020
Dic 11 2020
Veleno su Io: trovate tracce di acido solfidrico
- Archiviato sotto Esobiologia, Ganimede, Giove, Io, Vita su Ganimede
Grazie ai dati spettrometrici in infrarosso raccolti dallo strumento italiano Jiram a bordo della sonda Juno della Nasa, è stato possibile delineare la mappa della composizione chimica di alcune lune di Giove. I primi autori dei due studi su Io e Ganimede sono Federico Tosi e Alessandro Mura, entrambi ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica Quando …
- 3.92 μm, 4.55 μm, 4.62 μm, 7 e il 13 gennaio 1610, A. Adriani, A. Cicchetti, A. Migliorini, Acido solfidrico, acido solfidrico in fase solida, Alessandro Mura, anidride carbonica su Ganimede, anidride solforosa, astri medicei, banda di assorbimento centrata a 2.65 µm, Bosphorous Regio, C. J. Hansen, C. Plainaki, Callisto, Carattere transiente di H2S, Cl2SO2, cloruro di solforile, composizione chimica di alcune lune di Giove, D. Grassi, D. Turrini, dati spettrometrici in infrarosso, ESA/JUICE, Estensione della missione di JUNO al 2025, F. Altieri, F. Tosi, F. Tosi Mura, F. Zambon, Federico Tosi, future esplorazioni ravvicinate di Ganimede, G. Filacchione, G. Piccioni, G. Sindoni, Galileo, Ganimede, ghiaccio d’acqua su Ganimede, ghiaccio di acido solfidirico, ghiaccio di acido solfidirico è estremamente instabile alle temperature diurne tipiche di Io, H2S, Infrared observations of Ganymede from Juno/JIRAM, intervallo infrarosso tra 2 e 5 micron, Io corpo vulcanicamente più attivo del Sistema solare, JIRAM-JUNO, Journal of Geophysical Research: Planets, JUICE dopo il 2030, Jupiter midway through the Juno mission, Loki Patera, M. Ciarniello, M. L. Moriconi, mappa fisica e chimica del suolo, mappatura spettroscopica del polo nord di ganimede, Mapping Io’s Surface Composition With Juno/JIRAM, MEDIA INAF, missione Juice, Missione Juno, NASA, nitrili, OARm, principal investigator di Jiram, R. M. C. Lopes, R. Noschese, R. Sordini, S. J. Bolton, S. M. Brooks, sali minerati idrati e composti organici su Ganimede, SO2, toline, Veleno su Io
Dic 11 2020
La Blue Ring Nebula e il destino delle stelle binarie
- Archiviato sotto Evoluzione stellare, Fisica stellare, Galaxy Evolution Explorer, Nebulose, Stelle doppie, Telescopi spaziali
Nel 2004, nella nostra galassia è stato scoperto un oggetto raro chiamato Blue Ring Nebula: un anello di idrogeno gassoso con una stella al centro. Nei successivi 16 anni, l’oggetto è stato studiato nel dettaglio con diversi telescopi spaziali e terrestri, e ora si è finalmente capito che si tratta del residuo di due stelle …
- accrescimento probabilmente derivante da un disco di detriti circostante, anello di idrogeno gassoso con una stella al centro, blue Ring Nebula, Caltech, due spessi anelli al suo interno, Espulsione di materiale ad alta velocità dall stella compagna, Fusione stellare, Galaxy Evolution Explorer, Guðmundur Stefánsson, Habitable-zone Planet Finder, Keri Hoadley, la compagna che ha spiraleggiato verso l’interno era probabilmente una stella di piccola massa, McDonald Observatory, MEDIA INAF, NASA, Nasa / Jpl-Caltech / M. Seibert (Carnegie Institution for Science) / K. Hoadley (Caltech) / Galex Team, Nature, osservazioni spettroscopiche, Princeton University, Residuo di due stelle che si sono fuse, Residuo di fusione stellare, sistema stellare binario che si fonde, sistemi binari, spettrografo HIRES, Stelle binarie, Telescopio Hobby-Eberly, telescopio Keck da 10 metri, Università di Princeton, Via Lattea
Dic 08 2020
Esopianeti dal terrazzo: intervista a Gianluca Masi
- Archiviato sotto Altro..., Astronautica, Esobiologia, Osservazione di esopianeti, Pianeti extrasolari, Ricerca astronomica, Telescopi spaziali, TESS, Vita su esopianeti
L’Osservatorio Bellatrix, accessibile tramite il Virtual Telescope Project, osserva i cieli da oltre venti anni dai tetti di Ceccano, nel frusinate. Tra i suoi vari traguardi, di recente è entrato nel gruppo di osservatori che supportano Tess, il cacciatore di esopianeti della Nasa. Ne parliamo Gianluca Masi, astrofisico fondatore del progetto Tess, il Transiting Exoplanet …
- Ceccano, contaminazione da parte di stelle binarie a eclisse, Esopianeti falsi positivi, Gianluca Masi, impronta fotometrica di un pianeta, Inquinamento luminoso in Ciociaria, legge regione Lazio sull’inquinamento luminoso, MEDIA INAF, Metodo dei transiti, Monitoraggio inquinamento luminoso Osservatorio Bellatrix di Ceccano, NASA, novae nane, Osservatori terrestri a supporto di TESS, Osservatorio Bellatrix, osservazioni di tipo fotometrico, pianeti extrasolari, Scoperte di stelle variabili e asteroidi dal terrazzo, Sottogruppo 1 del Tfop Wg, Telescopio Bellatrix da remoto, telescopio sul terrazzo di Ceccano, TESS, Tess Follow-up Observing Program Working Group, test preliminare su oggetti già segnalati all’interno del programma, Tfop Wg, Transiting Exoplanet Survey Satellite, Variabili cataclismiche, Virtual Telescope Project, Xo-2b, Xo-3b
Dic 03 2020
A volte ritornano: avremo per luna un razzo anni ’60
- Archiviato sotto Astronautica, Esplorazioni lunari, Launcher, Luna, Missioni con equipaggio, Planetologia, Spazzatura spaziale, Storia dell'astronautica, Storia delle esplorazioni spaziali, Surveyor 2, Varie
Nel settembre 1966 la Nasa lanciò la sonda Surveyor 2 verso la Luna, una delle tante sonde che avevano lo scopo di esplorare la superficie lunare in preparazione delle missioni Apollo. Ora il secondo stadio del razzo Atlas-Centaur usato in quell’occasione probabilmente sta ritornando verso la Terra, e ne diventerà un satellite temporaneo per un …
- 2020 SO, 2020 SO a 1.3 Km dalla Terra, 2020 SO M==14.3, 2020 SO osservabile con un telescopio da almeno 20-25 cm di apertura, 2020 SO sensibile alla pressione di radiazione solare, A. Carbognani/Inaf-Oas Bologna, Alberto Buzzoni, Apollo, Apollo 10, Apollo 12, Atlas-Centaur, Cneos, dimensioni stimate 4-12 m di diametro, enter for Near-Earth Object Studies, falso asteroide, Falso NEO di classe Apollo, Giovanna Stirpe, J002E3, Jet Propulsion Laboratory, lo stadio superiore del vettore dovette raggiungere una velocità quasi pari a quella di fuga dal campo gravitazionale terrestre, luce inviata da 2020 SO per vedere se è compatibile con la riflessione da una superficie metallica ricoperta di vernice, MEDIA INAF, Minor Planet Center, Modulo lunare snoopy, NASA, NASA/JPL, Nasa/Jpl-Caltech, natura space-junk di 2020 SO, OAS Bologna, orbita eliocentrica poco più larga di quella terrestre, orbita terrestre del falso asteroide J002E3 nel 2002-2003, Origine artificiale di 2020 SO, Pan-Starrs 1, pressione di radiazione agente su oggetti leggeri e cavi, Primo FlyBy di 2020 SO il 1 dicembre 2020 a 55mila km, Prossimo FlyBy di 2020 SO a gennaio 2036, relitti lunari in orbita eliocentrica, relitti lunari tornanti, relitto delle missioni lunari, Relitto lunare orbitante intorno alla terra, rivoluzione di 2020 SO ridotta da 386 g a 342 g, satellite temporaneo fino a 2021, satellite temporaneo terrestre, satellite temporaneo terrestre per 3 mesi a 1.3 M di Km dalla Terra, Saturn V, Secondo FlyBy di 2020 SO a 220mila Km, Secondo stadio Atlas Centaur, semiasse maggiore di 2020 SO da 1.04 a 0.96 UA, Settembre 1966, snoopy, Snoopy perso in orbita lunare nel 1969, sonda lunare Surveyor 2 nel settembre 1966, Space Surveillance and Tracking, stazione astronomica di Loiano, Surveyor 2, Surveyor 2 si schiantò sulla Luna, telescopio di 152 cm “G. D. Cassini”, terzo stadio del razzo Saturn V, traiettoria geocentrica di 2020 SO, velocità relativa alla terra 0.5 Km/s, WT1190F, WT1190F impattò nel 2015
Nov 24 2020
La kilonova di maggio fu il vagito di una magnetar
- Archiviato sotto Astrofisica multimessagero, Fisica stellare, Kilonova, Magnetar
Un articolo in uscita oggi su ApJ riporta le osservazioni della kilonova più luminosa di sempre. L’analisi dei dati nell’infrarosso indica che potrebbe trattarsi dell’esplosione associata alla formazione di una magnetar, sfidando le teorie correnti su ciò che accade negli istanti successivi all’emissione di un lampo di raggi gamma corto prodotto dalla coalescenza di due …
- 1000 volte più luminosa di una supernova, 12 volte più luminosa della kilonova più luminosa, 22 maggio 2020, 5.47 Mal, afterglow X e ottico, analisi dei dati nell’infrarosso, ApJ, BAT, Burst Alert Telescope, coalescenza di due stelle di neutroni, D. Player, Edo Berger, emissione di onde elettromagnetiche a tutte le frequenze, emissione di radiazione gravitazionale, emissione infrarossa che risulta dalla creazione di elementi pesanti, ESA, esplosione kilonova, formazione di una magnetar, Global Telescope dell’Osservatorio di Las Cumbres, GRB, Grb 200522A, GW 170817, Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, HST, Hubble, Keck I, Keck II, Kilonova, kilonova più luminosa di sempre, lampo di luce gamma, lampo di raggi gamma corto, LCOGT, magnetar, magnetar come residuo di una kilonova, magnetar prodotta dalla fusione di due stelle di neutroni, MEDIA INAF, NASA, NASA/STSCI, Neil Gehrels Swift Observatory, Northwestern University di Evanston, Nova, Osservatorio WM Keck, osservazioni nell’infrarosso della kilonova, radiazione gravitazionale, segnale gravitazionale, SGRB, SGRB prodotte da coalescenza di stelle di neutroni, Stella di neutroni, The Astrophysical Journal, The Broad-band Counterpart of the Short GRB 200522A at z=0.5536: A Luminous Kilonova or a Collimated Outflow with a Reverse Shock?, VLA, Wen-fai Fong
Nov 06 2020
Ancora acqua intrappolata sulla Luna
- Archiviato sotto Apollo, Astronautica, Chang'e-3, Esobiologia, LRO, Luna, Missioni con equipaggio, Operativi, Planetologia, Spacecraft, Storia delle esplorazioni spaziali, Vita sulla Luna
Quarantamila chilometri quadrati di zone d’ombra sulla superficie della Luna potrebbero nascondere una riserva di ghiaccio d’acqua permanente grande il doppio rispetto a quanto stimato finora. Tutti i dettagli in uno studio appena pubblicato su Nature Astronomy. Dietro le ombre di cui la Luna è costellata e che risultano inaccessibili alla vista, pare possano nascondersi …
- 10-20 per cento di tutte le aree contenenti ghiaccio siano proprio queste micro-trappole, 184 °C sotto lo zero, 40 depositi che conterrebbero circa 600 milioni di tonnellate di acqua gelata, Acqua sulla Luna, Apollo 14, asteroidi o altri oggetti ricchi di acqua, Chang'e-3, Cold traps, depositi di ghiaccio lunare, distribuzione delle cold traps, Ghiacci di acqua permanenti lunari, Laboratorio di fisica atmosferica e spaziale dell’università del Colorado, LRO, Lunar Compact Infrared Imaging System, Lunar Reconnaissance Orbiter, MEDIA INAF, Micro cold traps on the Moon, NASA, Nature astronomy, Paul Hayne, radar Mini-Sar della Nasa, riserva di ghiaccio d’acqua sulla luna, risorsa accessibile di acqua potabile, risorse di acqua sulla Luna a disposizione dei futuri viaggiatori spaziali, schianto di comete, Space Science Institute of Boulder, superficie complessiva di “trappole” di circa 40mila chilometri quadrati, Yutu, zona sud della Luna
Ott 22 2020
Osiris-Rex, i cinque secondi che fecero la storia
- Archiviato sotto (101955) Bennu, Asteroidi, Astronautica, Corpi minori del Sistema solare, Operativi, Osiris-Rex, Planetologia, Spacecraft
La manovra “touch and go” di Osiris-Rex sull’asteroide Bennu – mirata alla raccolta di almeno 60 grammi di polvere superficiale per il successivo rientro a Terra – si è conclusa con successo.
- “avanzo” sopravvissuto di tutti quegli asteroidi che hanno bombardato la Terra durante la sua formazione, (101955) Bennu, 18 minuti e 42 secondi per coprire la distanza che separa la sonda dalla Terra, 331 milioni di km dalla Terra, 5 s di touch and go, 5 secondi di contatto con il suolo dell’asteroide, accensione dei propulsori per consentire a Osiris-Rex di abbandonare l’orbita di sicurezza attorno a Bennu – a un’altezza di circa 770 metri dalla sua superficie, almeno 60 g di materiale, Asteroide carbonaceo, asteroide costituito da materiale incoerente, asteroide di 500 metri di diametro, Asteroide NEO, asteroide Neo carbonaceo primordiale di tipo B, azoto sotto pressione sparato verso il suolo agita solleva e cattura il materiale superficiale, Bennu, contatto con il sito di raccolta, conteggio e catalogazione dei massi per taglia, cratere Nightingale, dimensione dei massi raccolti, dischetti di velcro metallico che si sporcano della polvere superficiale di Bennu intrappolandola, econdo sito di atterraggio di nome Osprey, Elisabetta Dotto, Esobiologia, eterogeneità superficiale di Bennu, Giovanni Poggiali, Hayabusa 2, i cinque secondi che fecero la storia, il materiale organico – di interesse astrobiologico – in esso presente sia poco alterato, impresa mai compiuta prima dalla Nasa: raccogliere frammenti d’asteroide da riportare sulla Terra, In orbita intorno a Bennu dal 3 dicembre 2018, In questo modo si evita di contaminare la superficie con i gas di scarico del propellente usato per le manovre, INAF-OApd, INAF-OArcetri, INAF-OARm, innesco della vita sulla Terra, John Robert Brucato, la navicella ha proseguito in caduta libera verso la superficie con una velocità verticale di 10 cm/s, manovra “Checkpoint” a un’altitudine approssimativa di 125 m, manovra di “Matchpoint” a un’altitudine approssimativa di 54 m, materiale di diametro inferiore a due centimetri, materiale primitivo del Sistema solare, mattoni primordiali della vita, Maurizio Pajola, meccanismo di acquisizione dei campioni Tagsam, meccanismo di campionamento a procedura avvenuta, MEDIA INAF, minerali ricchi di carbonio, NASA, Nasa/Goddard/University of Arizona, Nel giro di un paio di giorni i sensori di bordo misureranno l’inerzia di Tagsam valutando così la massa del campione raccolto, NEO, Nightingale, Osiris-Rex, Osprey, Partenza 8 settembre 2016, prelevare da un minimo di 60 grammi a un massimo di quasi due chili di regolite da riportare qui sulla Terra, prelievo e il ritorno a Terra di un campione di Bennu, Prelievo su Bennu concluso con successo, prima dopo le missioni Apollo a portare sulla Terra un quantitativo così cospicuo di polvere extraterrestre, Prima missione capace di misurare la ra, prima prova dell’evento di raccolta campioni della missione Osiris-Rex, procedura di campionamento della durata complessiva di quattro ore e mezza, raccogliere un po’ di materiale anche con il solo contatto superficiale, raccolta del campione della durata di soli 5 secondi, SamCam, Sample and Contamination Control Scientist, Se la quantità di campione raccolto fosse inferiore a 60 grammi la Nasa deciderà – insieme al team scientifico – se fare un secondo tentativo di raccolta, selezione del sito di atterraggio di Osiris-Rex, storia passata dell’asteroide e della sua composizione primordiale, Tagsam, touch and go, un insidioso ed eterogeneo alternarsi di piccoli crateri e massi di dimensioni variabili, un oggetto simile non era mai stato osservato nel dettaglio, Valentina Guglielmo
















