Grazie ai dati spettrometrici in infrarosso raccolti dallo strumento italiano Jiram a bordo della sonda Juno della Nasa, è stato possibile delineare la mappa della composizione chimica di alcune lune di Giove. I primi autori dei due studi su Io e Ganimede sono Federico Tosi e Alessandro Mura, entrambi ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica Quando …
Osservatorio Astrofisico di Torino – Visita notturna del 6/3/2025 ore 21:15
Osservazioni astronomiche in cupola con telescopi professionali. Osservatorio Astrofisico di Torino – Visita notturna Sei pronto per un’avventura spaziale unica? Partecipa alla visita notturna dell’Osservatorio Astrofisico di Torino! Ti aspetta una serata indimenticabile sotto le …
Osservatorio Astrofisico di Torino – Visita notturna del 6/3/2025 ore 20:00
Osservazioni astronomiche in cupola con telescopi professionali. Osservatorio Astrofisico di Torino – Visita notturna Sei pronto per un’avventura spaziale unica? Partecipa alla visita notturna dell’Osservatorio Astrofisico di Torino! Ti aspetta una serata indimenticabile sotto le …
La forza delle maree su Titano
Due scienziati hanno calcolato che, alla velocità con cui l’orbita di Titano sta cambiando, il satellite avrebbe dovuto raggiungere un’orbita circolare entro circa 350 milioni di anni. Il fatto che Titano possieda ancora un’orbita eccentrica …
Che Sole che fa – Febbraio 2025
SWELTO bollettino periodico meteo solare, a cura del gruppo Solare dell’Osservatorio Astrofisico di Torino/ Istituto Nazionale di AstroFisica. Notizie sull’attività solare aggiornate periodicamente, e tanto altro sulla nostra stella…
Osservatorio Astrofisico di Torino – Visita notturna del 5/2/2025 ore 20:30
Osservazioni astronomiche in cupola con telescopi professionali. Osservatorio Astrofisico di Torino – Visita notturna Sei pronto per un’avventura spaziale unica? Partecipa alla visita notturna dell’Osservatorio Astrofisico di Torino! Ti aspetta una serata indimenticabile sotto le …
Dic 11 2020
Veleno su Io: trovate tracce di acido solfidrico
- Archiviato sotto Esobiologia, Ganimede, Giove, Io, Vita su Ganimede
- 3.92 μm, 4.55 μm, 4.62 μm, 7 e il 13 gennaio 1610, A. Adriani, A. Cicchetti, A. Migliorini, Acido solfidrico, acido solfidrico in fase solida, Alessandro Mura, anidride carbonica su Ganimede, anidride solforosa, astri medicei, banda di assorbimento centrata a 2.65 µm, Bosphorous Regio, C. J. Hansen, C. Plainaki, Callisto, Carattere transiente di H2S, Cl2SO2, cloruro di solforile, composizione chimica di alcune lune di Giove, D. Grassi, D. Turrini, dati spettrometrici in infrarosso, ESA/JUICE, Estensione della missione di JUNO al 2025, F. Altieri, F. Tosi, F. Tosi Mura, F. Zambon, Federico Tosi, future esplorazioni ravvicinate di Ganimede, G. Filacchione, G. Piccioni, G. Sindoni, Galileo, Ganimede, ghiaccio d’acqua su Ganimede, ghiaccio di acido solfidirico, ghiaccio di acido solfidirico è estremamente instabile alle temperature diurne tipiche di Io, H2S, Infrared observations of Ganymede from Juno/JIRAM, intervallo infrarosso tra 2 e 5 micron, Io corpo vulcanicamente più attivo del Sistema solare, JIRAM-JUNO, Journal of Geophysical Research: Planets, JUICE dopo il 2030, Jupiter midway through the Juno mission, Loki Patera, M. Ciarniello, M. L. Moriconi, mappa fisica e chimica del suolo, mappatura spettroscopica del polo nord di ganimede, Mapping Io’s Surface Composition With Juno/JIRAM, MEDIA INAF, missione Juice, Missione Juno, NASA, nitrili, OARm, principal investigator di Jiram, R. M. C. Lopes, R. Noschese, R. Sordini, S. J. Bolton, S. M. Brooks, sali minerati idrati e composti organici su Ganimede, SO2, toline, Veleno su Io
Dic 11 2020
La Blue Ring Nebula e il destino delle stelle binarie
- Archiviato sotto Evoluzione stellare, Fisica stellare, Galaxy Evolution Explorer, Nebulose, Stelle doppie, Telescopi spaziali
Nel 2004, nella nostra galassia è stato scoperto un oggetto raro chiamato Blue Ring Nebula: un anello di idrogeno gassoso con una stella al centro. Nei successivi 16 anni, l’oggetto è stato studiato nel dettaglio con diversi telescopi spaziali e terrestri, e ora si è finalmente capito che si tratta del residuo di due stelle …
- accrescimento probabilmente derivante da un disco di detriti circostante, anello di idrogeno gassoso con una stella al centro, blue Ring Nebula, Caltech, due spessi anelli al suo interno, Espulsione di materiale ad alta velocità dall stella compagna, Fusione stellare, Galaxy Evolution Explorer, Guðmundur Stefánsson, Habitable-zone Planet Finder, Keri Hoadley, la compagna che ha spiraleggiato verso l’interno era probabilmente una stella di piccola massa, McDonald Observatory, MEDIA INAF, NASA, Nasa / Jpl-Caltech / M. Seibert (Carnegie Institution for Science) / K. Hoadley (Caltech) / Galex Team, Nature, osservazioni spettroscopiche, Princeton University, Residuo di due stelle che si sono fuse, Residuo di fusione stellare, sistema stellare binario che si fonde, sistemi binari, spettrografo HIRES, Stelle binarie, Telescopio Hobby-Eberly, telescopio Keck da 10 metri, Università di Princeton, Via Lattea
Dic 11 2020
La magnetar della Volpetta continua a stupire
- Archiviato sotto Astrofisica extragalattica, Chime, Fisica stellare, FRB, FRB Stellari, Galassie attive, Magnetar, Radioastronomia, Stare2, Stelle di neutroni
Un team di scienziati guidato da Chalmers ha utilizzato quattro radiotelescopi europei per studiare la sorgente del lampo radio veloce osservato nell’aprile 2020 nella nostra galassia, riuscendo a confermare che i lampi radio veloci sono generati da magnetar, e possono avere una luminosità sorprendentemente diversa. Tutti i dettagli su Nature Astronomy Per oltre un decennio, …
- 25mila anni luce di distanza, 522 ore di osservazione, Anton Pannekoek Institute for Astronomy, Chalmers, Chalmers University of Technology, Chime, Consiglio svedese della ricerca, Danielle Futselaar / artsource.nl, Detection of two bright radio bursts from magnetar SGR 1935 + 2154, drammatico disturbo nella magnetosfera della stella, due brevi lampi ciascuno lungo un millisecondo ma distanziati di 1.4 secondi, Fast Radio Burst, forte evidenza che collega i lampi radio veloci con le magnetar, Franz Kirsten, FRB, FRB Aprile 2020, FRB Galattici, FRB generati da Magnetar, FRB stellari, J. van den Eijnden, J. W. T. Hessels, J. Yang, Jason Hessels, K. Nimmo, Kenzie Nimmo, lampi radio veloci, le magnetar nell’universo stanno creando fasci di onde radio che potrebbero continuamente incrociare il cosmo, M. Jenkins, M. P. Gawroński, M. P. Snelders, magnetar, Magnetar della Volpetta, magnetar sono i magneti più potenti conosciuti nell’universo, Magnus Falck/Chalmers University of Technology, Mark Snelders, Nature astronomy, Onsala Space Observatory, Osservatorio spaziale Onsala, pulsar, Radiotelescopi, Sgr 1935+2154, Stare2, Stelle di neutroni, Supernove, Telescopio Westerbork, Università di Amsterdam, Via Lattea, Volpetta
Dic 10 2020
ExoMars 2022, con i paracadute ancora non ci siamo
- Archiviato sotto Astronautica, Esplorazioni su Marte, Exo Mars, Marte, Operativi, Planetologia, Spacecraft
L’ultimo test di caduta da alta quota per il rover Esa, compiuto lunedì 9 novembre, è andato bene solo in parte. L’estrazione e la decelerazione dei paracadute hanno funzionato come previsto, il veicolo di prova è atterrato in sicurezza, ma si sono verificati di nuovo alcuni strappi alla calotta. È in corso un’analisi completa in …
- accensione dei motori di frenata, Apertura in successione paracadute 15m e poi da 35m, Apertura paracadute in sequenza, Atterraggio Rover di Prova ExoMars2022, base di Esrange della Swedish Space Corporation, ESA/ExoMars2022, estrazione dei paracadute e decelerazione del carico, Estrazione e decelerazione paracadute ExoMars2022, ExoMars 2022, Francois Spoto, il veicolo di prova è atterrato in sicurezza, Lancio ExoMars a settembre 2022, Lander Schiaparelli, MEDIA INAF, nuova batteria di test dei paracadute di discesa sul suolo marziano, prossimo test prima metà del 2021 a Kiruna, quattro strappi nella calotta del primo paracadute principale e uno nel secondo paracadute principale., Rinvio Lancio ExoMars al 2022, Rllentamento modulo da 1700 km/h a 400 km/h, Rover ESA/ExoMars2022, rover Rosalind, sequenza di ammartaggio in 6 minuti, Strappi alla calotta del rover ExoMars, Test di caduta da alta quota, test di lancio ad alta quota, veicolo di prova viene portato a 29 km di altitudine da un pallone sonda
Dic 09 2020
Coincidenze cosmiche: dal cervello all’universo
- Archiviato sotto Altro..., Astrofisica extragalattica, Cosmologia, Filamenti di Galassie, Fisica dei sistemi caotici, Scienze comparate, Struttura a grande scala dell'Universo
Un nuovo studio, nato dalla collaborazione tra un astrofisico e un neurochirurgo italiani e pubblicato sulla rivista Frontiers in Physics, mette a confronto due tra i più enigmatici e complessi sistemi che esistano in natura – la rete delle galassie che compongono l’universo e la rete dei neuroni all’interno del cervello umano – analizzandone somiglianze …
- Alberto Feletti, altre reti che esistono in natura, analisi delle reti, assoni, Brüggen M., Campo magnetico intergalattico, Capacitá di memoria e flusso di info fra le due reti, centinaio di milioni di anni luce a qualche milione di anni luce, componenti passive nelle due reti: energia oscura e acqua, connessioni ha in media ogni neurone o ogni galassia, corteccia cerebrale e cerebellare, Cosmic Web, Cosmic web e rete neurale reti non random, Cosmologia, Dal cervello all’universo, dendriti, Differenze fra reti cosmiche e neuronali, differenze nelle funzioni delle reti di cosmic web e rete neurale, Dinamica dei sistemi caotici, Dipartimento di fisica e astronomia, distribuzione su grande scala della materia nell’universo, Dr. E. Zunarelli, effetto del metodo di analisi, fenomeni cosmologici con un linguaggio nuovo, Filamenti di galassie, Fisica del caos, forti somiglianze strutturali nonostante l’enorme differenza tra le scale coinvolte di oltre 27 ordini di grandezza, Franco Vazza, Frattali, Frontiers in Physics, Geometria frattale, Gheller C., gravità e l’espansione dello spazio-tempo sulle scale considerate, i segnali nel cervello umano si propagano alla velocità con cui i segnali elettrici possono percorrere gli assoni e i dendriti, il cervello umano potrebbe memorizzare tutte le posizioni di tutte le galassie dell’universo osservabile, il cervello umano può processare tutta questa informazione in tempi molto brevi, infrastruttura cosmica, IRA-INAF, Kolmogorov, la distribuzione tridimensionale dell’universo resta sempre la stessa, la rete cosmic web organizza il flusso di materia ed energia, le reti naturali sembrano evolversi con logiche di scala molto simili, le stelle, logica di base simile nelle reti neuronali e nel cosmic web, Memoria cervello umano = 2 PB, MNRAS, modo in cui i nodi della rete si interfacciano tra di loro, Nautilus, nel caso del cervello è sotto i millimetri, neurochirurgia, neuroscienze, Notte Europea dei ricercatori, organizzazione macroscopica del cosmo e quella microscopica delle reti neuronali appaiono sorprendentemente simili, Ospedale di Modena, Ospedale Universitario di Modena, peso che ha ogni nodo nella rete, processi biologici mediati da forze elettriche e chimiche, progetto Magcow, quanto spesso queste reti hanno degli hub, rapporto tra pieni e vuoti, rete cosmica, rete dei neuroni all’interno del cervello umano, rete delle galassie che compongono l’universo, rete neuronale, Rete neuronale organizza il flusso di energia, reti di interazione sociale, reti di telecomunicazioni, reti filamentose di neuroni, Scienze comparate, SDSS, simulazioni cosmologiche, simulazioni cosmologiche per lo studio di turbolenza e campi magnetici, somiglianze e differenze fra reti neuronali e reti galattiche, studio della turbolenza, Università di Bologna, Università di Verona, Vazza & Feletti, Vazza et al. 2019 A&A, Vazza F., vetrini istologici, Wang P.
Dic 08 2020
Mattoncini per la vita prima delle stelle
- Archiviato sotto Astronautica, Esobiologia, Molecole prebiotiche, Passati, Rosetta, Spacecraft, Vita nella via lattea, Vita nelle comete
Un team internazionale di scienziati ha dimostrato che la glicina, il più semplice degli amminoacidi e fondamentale mattone della vita, può formarsi anche nelle dure condizioni che governano la chimica nello spazio. I risultati, pubblicati su Nature Astronomy, suggeriscono infatti come la glicina si riesca a formare in dense nubi interstellari oscure ben prima che …
- 67P/Churyumov-Gerasimenko, A non-energetic mechanism for glycine formation in the interstellar medium, A.R. Clements, accrescimento (simultaneo) di H/D O N, ambiente in cui si forma la glicina, amminoacidi formate anche in assenza di raggi UV e raggi cosmici, amminoacidi formati in condizioni di assenza di processi di irraggiamento su grani interstellari di nubi oscure, Amminoacidi nello spazio, assenza di luce UV nelle nubi interstellari prive di protostelle, Atomi vengono selezionati raffreddati a temperature ambiente e depositati su una superficie fredda (circa 10 kelvin), camera da ultra-alto vuoto, condizioni presenti nelle nubi dense e oscure del mezzo interstellare, configurazione del vuoto ultraelevato, D. Qasim, E.F.van Dishoeck, efficiente formazione di glicina in fase solida attraverso il precursore metilammina, elementi costitutivi della vita possono quindi essere presenti e sopravvivere in più ambienti spaziali di quanto si pensasse prima, Formazione della glicina in assenza di radiazioni UV, formazione di aminoacidi a tempi precedenti la formazione stellare, formazione di aminoacidi attraverso processi energetici, formazione e ricombinazione di molecole e radicali in ghiacci interstellari in nubi oscure e dense a seguito di bombardamento di atomi di idrogeno, G. Fedoseev, Gli amminoacidi si formano prima delle stelle, glicina, Glicina nell chioma della 67/P Chiurymov-Gerasimenko, Glicina nelle nubi interstellari, H. Linnartz, H.M. Cuppen, Harold Linnartz, K.-J. Chuang, la glicina non necessita di radiazione energetica per formarsi, Laboratorio di Astrofisica all’Osservatorio di Leiden, M. Jin, MEDIA INAF, Metilammina, Metilammina precursore della glicina, Missione rosetta, missione Stardust, Nature astronomy, nubi interstellari bombardate da atomi e molecole che innescano reazioni di formazione di materiale organico, nubi interstellari dense, Nubi interstellari oscure, nubi interstellari protetti da luce ultravioletta proveniente da stelle esterne, origine di aminoacidi in comete è interstellare, Queen Mary University, R.T. Garrod, reazioni di superficie innescate dal bombardamento atomico di polveri interstellari, S. Ioppolo, Sergio Ioppolo, sorgenti di atomi di idrogeno deuterio azoto e ossigeno, strato che simula ghiacci interstellari, superficie a 10 K, Surface Reaction Simulation Device 2, Surfreside2, Tale processo avviene in ogni nube densa nel mezzo interstellare a prescindere da sorgenti luminose vicine o meno, V. Kofman, Vita nelle comete, Vita nelle nubi molecolari
Dic 08 2020
Esopianeti dal terrazzo: intervista a Gianluca Masi
- Archiviato sotto Altro..., Astronautica, Esobiologia, Osservazione di esopianeti, Pianeti extrasolari, Ricerca astronomica, Telescopi spaziali, TESS, Vita su esopianeti
L’Osservatorio Bellatrix, accessibile tramite il Virtual Telescope Project, osserva i cieli da oltre venti anni dai tetti di Ceccano, nel frusinate. Tra i suoi vari traguardi, di recente è entrato nel gruppo di osservatori che supportano Tess, il cacciatore di esopianeti della Nasa. Ne parliamo Gianluca Masi, astrofisico fondatore del progetto Tess, il Transiting Exoplanet …
- Ceccano, contaminazione da parte di stelle binarie a eclisse, Esopianeti falsi positivi, Gianluca Masi, impronta fotometrica di un pianeta, Inquinamento luminoso in Ciociaria, legge regione Lazio sull’inquinamento luminoso, MEDIA INAF, Metodo dei transiti, Monitoraggio inquinamento luminoso Osservatorio Bellatrix di Ceccano, NASA, novae nane, Osservatori terrestri a supporto di TESS, Osservatorio Bellatrix, osservazioni di tipo fotometrico, pianeti extrasolari, Scoperte di stelle variabili e asteroidi dal terrazzo, Sottogruppo 1 del Tfop Wg, Telescopio Bellatrix da remoto, telescopio sul terrazzo di Ceccano, TESS, Tess Follow-up Observing Program Working Group, test preliminare su oggetti già segnalati all’interno del programma, Tfop Wg, Transiting Exoplanet Survey Satellite, Variabili cataclismiche, Virtual Telescope Project, Xo-2b, Xo-3b
Dic 06 2020
Quelle stelle troppo antiche per il disco galattico
- Archiviato sotto Astrofisica galattica, Evoluzione galattica, Evoluzione stellare, Fisica stellare, GAIA, Operativi, Spacecraft, Stelle di popolazione II
Una ricerca condotta da un team internazionali di astronomi ha scoperto una popolazione molto antica di stelle in orbita nel disco della Via Lattea, una regione nella quale non si pensava potessero esistere, spingendo a ripensare alle attuali teorie di formazione ed evoluzione della nostra galassia. Il primo autore dello studio, pubblicato su Mnras, è …
- A D Mackey, A F Marino, A Frebel, A M Amarsi, A R Casey, alone galattico, Aumento del campione di stelle antiche nel disco galattico, Australian National University, B P Schmidt, bracci della spirale, Brian Schmidt, Bulge galattico, Consiglio europeo della ricerca, D Yong, Disco galattico, Exploring the Galaxy’s halo and very metal-weak thick disk with SkyMapper and Gaia DR2, formazione ed evoluzione delle galassie, G Cordoni, G S Da Costa, GAIA, Galassie a spirale, Galfor, Giacomo Cordoni, Il disco si sarebbe formato solamente in un’epoca successiva, ipotesi di formazione della Via Lattea, J E Norris, K Lind, le stelle con bassissimo contenuto di metalli sono molto antiche, M Asplund, M S Bessell, MEDIA INAF, Metalli sintetizzati nelle stelle di II generazione, Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, nelle prime fasi si siano formati il bulge galattico e l’alone galattico, P Milone, popolazione di stelle molto antiche in una regione nella quale non si aspettavano di trovarne, Premio Nobel per la Fisica 2011, Revisione dei modelli di formazione ed evoluzione galattica, S J Murphy, S Monty, si aspettava che le stelle più antiche si trovassero nel bulge galattico o nell’alone galattico ma non nel disco, SkyMapper, SkyMapper survey for Extremely Metal-Poor stars, Smss j232121.57-160505.4, Stella di popolazione II nel disco galattico, Stelle antiche allineate al disco galattico con orbite circolari, Stelle antiche nel disco galattico, Stelle antiche sul piano galattico, Stelle di popolazione I solitamente sul piano galattico, Stelle di popolazione II, Stelle di popolazione II con orbite simili a quelle del Sole, Stelle di popolazione II derivate dalle stelle primordiali (di popolazione III), Stelle di popolazione II solitamente nel bulge e alone galattico, stelle orbitanti intorno al centro galattico, Stelle povere di metalli, T Nordlander, T Xylakis-Dornbusch, Trovate stelle di popolazione II orbitanti intorno al centro galattico, Università di Padova, Via Lattea, X D Gao
Dic 06 2020
ScanMars, un radar per il sottosuolo marziano
- Archiviato sotto Astronautica, Esobiologia, Esplorazioni su Marte, Exo Mars, Futuri, Mars 2020, Mars direct, Marte, Missioni con equipaggio, Operativi, Planetologia, Spacecraft, Vita su Marte
Astrobiology dedica un numero speciale alla missione Amadee-18, progettata per simulare in ogni minimo dettaglio l’esperienza di cinque “astronauti analoghi” in una regione desertica dell’Oman, una replica quasi perfetta di Marte. Lo strumento italiano ScanMars è un georadar in grado di “guardare” il sottosuolo marziano in cerca di acqua e di strutture geologiche di interesse …
- ’Austrian Space Forum, ’integrazione di osservazioni di remote sensing dati radar ed osservazioni sul terreno durante la missione, 2 chilometri di profili, 85 mila echi radar, Acqua su Marte, Alessandro Frigeri, Amadee-18, Amadee-20, ambienti sotterranei che possono preservare forme elementari di vita oggi, applicazione di realtà virtuale per l’addestramento degli astronauti e per le analisi geologiche, Astrobiology, Astronauti analoghi su Marte, comportamento dell’acqua in zone aride, conoscere i possibili ambienti in cui la vita può essersi sviluppata in passato, D-Mars, deserto arabico nel sudovest del Oman, evoluzione dei corpi solidi e ghiacciati del Sistema Solare, ExoMars 2022, Field Spectrometry, georadar, Gpr, ground penetrating radar, HortExtreme, IAPS Roma, immagini del sottosuolo, integrazione dei dati di remote sensing con i dati radar, Israel Space Agency, Mars 2020, Maurizio Ercoli, MEDIA INAF, Mission Support Center in Austria, missioni spaziali umane e robotiche su corpi del sistema solare, missioni umane su Marte, misure gli spettri di radianza in un ambiente analogo a quello di Marte, modello geologico del sottosuolo., Oewf, Oman Astronomical Society, Radar per sottosuolo marziano, Ricerca di acqua nel sottosuolo marziano, ricerca di tracce di vita presente o passata su Marte, ricerca di vita su Marte, ScanMars, segnali di ritorno fino a 4 metri di profondità, sequenza di eventi tettonici e sedimentari, Serra per coltivare in breve tempo piccoli ortaggi in ambienti estremi, simulazione di missione su Marte per uso ScanMars, Simulazione regione marziana in Oman, Simulazione spedizione umano-robotica su Marte, Sottosuolo marziano, strutture geologiche ed eventuale presenza di acqua fino a 5-10 metri di profondità, supporto a terra, The ScanMars Subsurface Radar Sounding Experiment on Amadee-18, Università di Perugia, V(r)itago, Vita su Marte
Dic 05 2020
Mentre l’universo si raffredda, il gas si scalda
- Archiviato sotto Altro..., Ammassi stellari primordiali, Astronautica, Cosmologia, Fisica spaziale, Origine degli Ammassi e Superammassi galattici, Origine dell'Universo, Origine delle Galassie, Planck, Telescopi spaziali
La temperatura media dell’universo, quella delle grandi strutture nelle quali risiedono le stelle e le galassie che osserviamo, è cresciuta nel tempo – così come è cresciuta l’aggregazione gerarchica delle strutture stesse. Lo dimostra uno studio pubblicato su ApJ che ha correlato i dati del satellite Planck, della missione Iras e della survey Sdss per …
- 380mila anni dopo il Big Bang, aggregazione gerarchica (dai gruppi agli ammassi) della materia, Aggregazione gerarchica delle strutture dell Universo, amplificazione piccole disomogeneità, ApJ, Aumento energia fotoni CMB dovuto ad effetto Z-Z termico, Aumento Tmedia da 0.7 Mk a 2 MK in 8 Ganni, CCAPP, Center for Cosmology and AstroParticle Physics, CMB, cosmic microwave background, Crescita della temperatura media dell Universo, densità di energia termica cosmica in funzione della età dell’universo, diffusione Compton inversa dei fotoni del Cmb, Diminuzione T da 3000 K a 2.7 K, effetto Sunyaev-Zeldovich, Equilibrio termico matera radiazione, Era dell Universo trasparente, gas caldo che risiede in ammassi di galassie nelle epoche più recenti, gruppi e protoammassi nelle epoche cosmiche più antiche, Infrared Astronomical Satellite, Interazione dei gas con radiazone cosmica di fondo, IRAS, Istituto Kavli per la fisica e la matematica dell Universo, Jim Peebles, Kavli Ipmu, La temperatura media dell Universo aumenta per effetto S-Z, MEDIA INAF, OABo, Ohio State University, Origine delle galassie e ammassi di galassie, Quasi omogeneità della CMB, Radiazione cosmica di fondo, redshift 1 (circa 8 miliardi di anni fa), satellite Planck, SDSS, shock generati dal collasso gravitazionale degli aloni di materia oscura, Sloan Digital Sky Survey, Stefano Ettori, Struttura a larga scala, T media gas Universo 2 MK, Temperatura corpo nero Universo 2.7 K, Temperatura dei gas nelle grandi strutture dell Universo, Temperatura del gas primordiale, temperatura iniziale Universo di 3000 K, temperatura media del gas nelle grandi strutture dell’universo è aumentata di circa 3 volte negli ultimi 8 miliardi di anni, Temperatura media dell Universo, temperatura media delle strutture cosmiche, Universo in continua espansione, Universo in espansione accelerata, universo primordiale e caldissimo, Yi-Kuan Chiang
Dic 04 2020
Un telescopio liquido per vedere le prime stelle
- Archiviato sotto Astrofisica extragalattica, Astronautica, Cosmologia, Galassie primordiali, Luna, Planetologia, Stelle primordiali, Telescopi Lunari, Telescopi spaziali, ULT
Ambisce a diventare il “telescopio definitivo”. La proposta è quella di costruirlo all’interno di un cratere lunare, con uno specchio primario liquido da cento metri di diametro. L’obiettivo scientifico è ambizioso: osservare le stelle di Popolazione III, le prime che si siano mai accese nell’universo. Lo studio è in uscita su ApJ Il James Webb …
- 13 miliardi di anni fa, Anna T. P. Schauer, ApJ, cratere al polo nord o sud della Luna, Dati trasmessi a un satellite in orbita lunare, E-ELT (European Extremely Large Telescope), Epoca delle prime galassie, Era pregalattica, Era protostellare, Galassie primordiali, JWST, Lunar Liquid-Mirror Telescope, magitudine AB 39, MEDIA INAF, Niv Drory, Osservazione di stelle primordiali, Popolazione III, prima generazione di stelle nella storia dell’universo, raccoglimento di più fotoni possibile, redshift 15, Sacro Graal dell’astronomia, sorgenti primordiali, specchio “dinamico”, Specchio 100m di diametro, Specchio liquido, Stelle di idrogeno ed elio, Stelle di popolazione III, Stelle primordiali, telescopio alimentto ad energia solare, Telescopio definitivo, telescopio liquido, Telescopio liquido in un cratere lunare, Telescopio lunare, telescopio sensibile al NIR, The Astrophysical Journal, The Ultimately Large Telescope — what kind of facility do we need to detect Population III stars?, ULT, Ultimate Large Telescope, University of Texas di Austin, Volker Bromm
Dic 04 2020
Tracce di supernove negli anelli degli alberi
- Archiviato sotto Brillamenti, CME, Esobiologia, Fisica Solare, Fisica stellare, Planetologia, Supernove Nove e Ipernove, Terra, Vita sulla Terra
L’abitabilità planetaria può essere influenzata dall’esposizione alle radiazioni gamma emesse dalle supernove. Le registrazioni impresse nei tronchi degli alberi, che testimoniamo la storia della Terra fino a 40mila anni fa, sono compatibili con l’esplosione di supernove vicine in otto casi, almeno quattro dei quali potrebbero aver innescato perturbazioni del clima terrestre. Tutti i dettagli su …
- 8 supervone in 40mila anni, anelli degli alberi, aumenti anomali nel radiocarbonio dovuto alle supernove, Aumento del 3% del radiocarbonio dovuto alla Supernova della Vela, Betelgeuse, carbonio-14, Colorado University Boulder, Datazione supernova della Vela con errore di 1500 anni, dendocronologia, Effetto delle supernove sulla abitabilità planetaria, energia di una supernova lontana, InInternational Journal of Astrobiology, MEDIA INAF, Nasa / Esa / Heic, perturbazione del clima dovuto a supernove, picchi di radiocarbonio dovuti a brillamenti solari e CME, Presunto collassamentodi Betelgeuse, quattro perturbazioni del clima terrestre dovute alle supernove, radiazioni gamma dovute a supernove extragalattiche, radiazioni gamma emesse dalle supernove, radiocarbonio si forma per effetto della radiazione cosmica, Robert Brakenridge, Solar system exposure to supernova γ radiation, storia della Terra fino a 40mila anni fa, Supernova della Vela, Supernova della Vela 13mila anni fa a 815 al dalla Terra, Supernove, supernove in altre galassie, The Hubble Heritage Team, tracce nella biologia e geologia terrestre dovute alle supernove, Vela